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Emigrazione Italiana in Argentina


Emigrazione Italiana in Argentina

Nel 1853 l'Argentina divenne una repubblica federale. Lo Stato Federale profuse molto impegno nel progetto statale di colonizzazione agricola che attirò gran parte delle popolazioni europee migranti: di questo periodo i primi tentativi di immigrati italiani di acquisire lotti fondiari dalle province o direttamente dallo stato argentino.

All'inizio si trattò di piccoli gruppi di persone ma tra il 1860 e il 1878 l'acquisizione di nuove grandi porzioni di Pampa diede una notevole spinta alla politica fondiaria governativa.

Nelle zone di Corrientes fino dal 1853 molte società private di colonizzazione subaffittavano alle famiglie coloniche. Fu così che in Argentina si diffuse verso il 1865 il sistema applicato le prime volte a Corrientes nel 1853: l'anticipazione agli emigranti delle spese di viaggio e di quelle necessarie per impiantarsi nel lotto assegnato da parte delle società private.

La Comision de Inmigracion nacque per aumentare la produzione agricola e favorire l'immigrazione contadina nel paese. La produzione agricola del paese era insufficiente al fabbisogno nazionale: i cereali venivano importati pagandoli col ricavato della vendita delle carni. I capitalisti inglesi dietro ai gauchos dediti all'allevamento del bestiame ed alla pastorizia erano in netto contrasto con la politica agricola del paese e spesso cercarono di ostacolarla.

Nella Provincia di Buenos Aires già dal 1870 un provvedimento assegnava a giovani coppie di agricoltori terreni gratuitamente a condizione che vi costruissero una casa e che li coltivassero ma fu la legge varata nel 1876 dal Governo argentino sulla colonizzazione e l'immigrazione che spinse molti a muoversi dall'Italia e dalla Calabria per tentare la fortuna in Argentina. La legge prevedeva che i territori nazionali venissero divisi in lotti di quarantamila ettari per insediamenti urbani e suburbani, offrendo sia la possibilità di assegnazioni di terreno gratuite, sia pagabili ratealmente a prezzi molto contenuti. Per gli acquirenti gli unici obblighi erano quelli della residenza e della coltivazione delle terre; la preferenza per le origini contadine era facilmente superata poiché quasi tutti i braccianti agricoli del Meridione d'Italia erano allora in cerca di lavoro.


Secondo il censimento del 1895 su un totale di 407.503 proprietari agricoli più di un quarto erano di nazionalità straniera e fra essi 62.975, più della metà, erano Italiani e Calabresi.

Quando nel 1882 il governo decise di concedere gratuitamente venticinque ettari di terreno a nuclei familiari, i coloni cercarono di ottenere in concessione le terre più vicine alle coste: da Santa Fe a Buenos Aires, da Corrientes a Entre Rios, la politica agricola delle Provincie argentine attirò il più grande flusso di emigranti contadini della storia moderna.


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Emigrazione italiana

Il più grande esodo della storia moderna

Sono stati circa 31 milioni gli immigrati arrivati nel "nuovo mondo" fra il 1880 ed il 1915. La maggior parte dei primi emigranti florensi nell'Ottocento e soprattutto all'inizio del Novecento si imbarcarono a Napoli per la via delle Americhe.



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