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Emigrazione Italiana e xenofobia

Cover page reference: Bandit's Roost, 1888 - a picture from the past | Art and design | The Guardian


Emigrazione Italiana e xenofobia

Il giornalista investigativo e fotografo autodidatta Jacob August Riis utilizzò il flash, appena inventato, per illuminare gli angoli più bui di Mulberry Street e dintorni, uno dei peggiori bassifondi di Manhattan. Le sue immagini, che mettevano in luce la difficile situazione degli immigrati poveri della zona, sono state pubblicate nella sua opera storica: How the Other Half Lives: Studies among the Tenements of New York - Come vive l'altra metà: studi tra i caseggiati di New York.

Dopo più di un secolo di emigrazione in molti Paesi del mondo il senso di appartenenza etnico dei discendenti degli Italiani nei confronti del loro paese d'origine non solo si è conservato ma adesso viene incentivato e coltivato; dal Canada, al West Virginia, dall'Argentina alla Germania; basti pensare all'autoidentificazione di più di 14 milioni di cittadini statunitensi con l'Italia.

Sacco e Vanzetti

Alcuni Paesi come il Canada sono ormai strutturalmente multi culturali, ed il pluralismo culturale del mondo anglofono ha indubbiamente favorito il perdurare di rapporti privilegiati con il paese d'origine. La Lingua Italiana è attualmente una delle più studiate al mondo, il diffondersi della dieta mediterranea, del design italiano, la indiscutibilità del nostro patrimonio Artistico e Culturale sembrano aver consolidato il senso di appartenenza etnica delle generazioni di discendenza Italiana all'estero.

Soprattutto all'inizio del grande esodo gli Italiani furono oggetto, oltre che di sfruttamento, di numerosi episodi di xenofobia. I braccianti Italiani, come quelli extra comunitari oggi in Italia, accettavano paghe più basse dei braccianti locali; ad Aigues Mortes, in Francia, nove italiani furono assassinati con un banale pretesto da una folla di lavoratori francesi nel 1893. Stessa sorte toccò ad undici siciliani a New Orleans nel 1901, accusati di appartenere alla Mafia.

Oltre a queste vere e proprie stragi gli episodi di pestaggi o omicidi singoli furono molto numerosi e la xenofobia ideologica ebbe molte forme:

"[...] abbiamo all'incirca in questa città trentamila italiani, quasi tutti provenienti dalle vecchie province napoletane, dove, fino a poco tempo fa, il brigantaggio era l'industria nazionale. Non è strano che questi briganti portino con se un attaccamento per le loro attività originarie"

era scritto sul New York Times il 1° gennaio 1894; la violenza veniva indicata quindi come un prodotto di importazione, connaturato alla cultura e alla tradizione degli immigrati Italiani.

Gli Italiani del Meridione erano accusati di essere sporchi, rumorosi, arretrati come qualità della vita e nelle relazioni interpersonali, e di praticare rituali religiosi primitivi, di trascurare l'istruzione dei figli, di costringere in una condizione di assoluta subordinazione la donna all'interno della famiglia.

I Siciliani erano inseriti nel censimento del 1911 come "non white", non bianchi, di pelle scura e comunque le statistiche censivano separatamente gli Italiani del Nord e quelli del Meridione come appartenenti a due razze diverse: una "celtica" e l'altra "mediterranea".



In Brasile la presenza Italiana era così forte da generare conflitti con i brasiliani di altra provenienza. Gli Italiani venivano considerati commercianti disonesti al punto da definirli e chiamarli "carcamano" dal gesto di calcare la mano alterando il peso misurato dalla bilancia. Come appellativo dispregiativo verso gli italiani negli Stati Uniti venivano usati anche epiteti come "dago" e "wop" ( Italiano o straniero dalla pelle scura, usato in senso dispregiativo anche per Portoghese, Spagnolo, Messicano).

In Australia il colore della pelle mediterranea dei meridionali fu un evidente fattore discriminante: i siciliani furono considerati 'semi-coloured', come nel censimento Statunitense del 1911, dove erano definiti "non white". Il primo Governo in carica in Australia, collegato a quello Inglese, tendeva a formare una società di etnia anglo-celtica operando un programma politico definito della " White Australia".

Negli Stati Uniti d'America diminuito il bisogno di manodopera a basso costo furono votate alcune fondamentali leggi volte a frenare l'immigrazione. Dal giugno 1920 al giugno 1921 furono registrati negli Stati Uniti più di 800.000 nuovi immigrati, provenienti per due terzi dall'Europa meridionale e orientale: il Congresso votò d'urgenza una legge approvata per alzata di mano.

Il Quota Act del 19 maggio 1921 limitava il numero degli stranieri ammesso annualmente, e per nazionalità, al 3 per cento del numero dei rispettivi connazionali stabilitisi negli Stati Uniti nel 191O. Questa legge venne applicata fino al 1 luglio 1924, quando entrò in vigore il National Origins Act, approvato nel maggio 1924, che riduceva le quote di ciascuna nazionalità al 2 per cento dei rispettivi connazionali residenti negli Stati Uniti nel 1890. Con la prima quota che limitò l'emigrazione europea vennero ammessi 42.000 italiani , nel 1924 il numero scese a 5645.

Le leggi sull'immigrazione gli anni venti posero fine all'immigrazione italiana negli Stati Uniti, stabilendo delle quote per ogni nazionalità, discriminarono di fatto tra le popolazioni del nord Europa e quelle dell'Europa Sud Orientale codificando il pregiudizio antimeridionale.

Francesco Saverio Alessio


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Emigrazione italiana

Il più grande esodo della storia moderna

Sono stati circa 31 milioni gli immigrati arrivati nel "nuovo mondo" fra il 1880 ed il 1915. La maggior parte dei primi emigranti florensi nell'Ottocento e soprattutto all'inizio del Novecento si imbarcarono a Napoli per la via delle Americhe.


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