Salta al contenuto principale

La Sila può fermare l'emigrazione

Giovanni Lamanna


La Sila può fermare l'emigrazione

Ritengo positiva e meritoria l'attività che l'associazione degli emigrati "Heritage Calabria" e il suo Presidente François Nicoletti svolgono, proponendo di mantenere sempre forti i legami tra gli emigrati e i loro paesi natali e di affrontare problemi di fondo, come quello della Sila.

Nicoletti è un emigrato vincente. Partito da San Giovanni in Fiore poco più che quindicenne senz'arte nè parte, come si dice, è approdato nel mondo finanziario svizzero, trincerato e di non facile accesso. Nicoletti resta visceralmente legato a San Giovanni in Fiore e alla Calabria e può dare un forte contributo ad una campagna che chiami in causa la politica, cultura, scienza, tecnica, opinione pubblica per un progetto di valorizzazione della Sila.

Altopiano della Sila: la Valle del fiume Arvo fra la città e Lorica

L'emigrazione è una questione nazionale. Una prima ondata migratoria, a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, ha investito tutta l'Italia. Una seconda ondata, nell'ultimo cinquantennio, ha investito il Mezzogiorno e la Calabria. Dal 1870 ad oggi si sono spostati ben 28 milioni di italiani! Metà della popolazione attualmente residente. E tuttavia una questione di così vasta portata è stata sottovalutata e spesso rimossa, senza che una politica adeguata venisse attuata per la difesa e la promozione dei diritti e degli interessi degli emigrati.

Ricordo il destino riservato alle rimesse: denaro fresco, frutto di sacrifici, finito nelle Poste e nella Cassa depositi e Prestiti o in costruzioni edilizie eccessive e brutte.


Nessuno ha mai pensato di creare un istituto finanziario specializzato per raccogliere le rimesse e destinarle ad iniziative economiche. poteva essere una grande occasione per promuovere una sviluppo diffuso realizzato dalle stesse famiglie degli emigrati e da tanti piccoli artigiani e imprenditori. Anche questa occasione è stata perduta.

Si dice che la Calabria sia una regione disgraziata ma una regione che ha la Sila non lo è perchè la Sila è un tesoro ancora nascosto da portare alla luce. Salendo dallo Jonio e attraversando vallate selvagge e colline nude, lacerate e calanchive, arrivi nell'Altopiano e trovi nel profondo Sud un luogo montoso come la Svizzera, ancora deserto, ma più bello della Svizzera. E' sulla Sila l'avvenire di San Giovanni in Fiore e della Calabria (altro che la mostruasità del ponte sullo Stretto) e alla Sila possono essere interessati l'Italia e l'Europa .

San Giovanni ha una grande carta da giocare. E' l'unico centro popolato. E' anello di congiunzione tra il Marchesato e l'Altopiano. Può essere forza trainante di integrazione tra i due territori e di valorizzazione della Sila.

L'Altopiano, antico massiccio granitico, ondulato, con piccole vallate e basse colline ha una collocazione geografica rara perchè si adagia fra due mari, Jonio e Tirreno, e da questi riceve benefici influssi ed è tutto un ambiente splendido di foreste, fauna, flora, pascoli, acque che sorgono ovunque (leva strategica per lo sviluppo), clima, paesaggi.

Altopiano della Sila: la Valle del fiume Arvo fra la città e Lorica

Tesaurizzare queste bellezze e risorse si può e si deve con uno sviluppo ecocampatibile che rispetti rigorosamente la natura. E che sia fondato su villaggi, servizi e infrastrutture e su una attività economica appropriata (produzione agricola e zootecnica, artigianato, piccola industria, sanità, sport, centri di ricerca e sperimentazione, e soprattutto su un turismo mare-monti di eccellenza).

La Sila è rimasta nei secoli una terra deserta tranne che nei periodi estivi per la transumanza, ma mai abitata stabilmente. E' stata terra di briganti e di lupi, di predatori di legname, dai Romani agli Americani.
Le popolazioni calabresi si sono spostate dal mare alla collina e viceversa, ma non sono mai penetrate sulla Sila, insediandosi ai suoi fianchi con tanti paesini.

Oggi qualcosa si muove. Ma poco e senza programmi. E' necessario un impegno da parte della politica, della scienza, della tecnica, della cultura. Non può restare un sogno. La Sila deve diventare una realtà di alto valore e centro di attrazione dell'Italia e dell'Europa.

Senza retorica e con idee fondate io dico che questo è possibile. Dico che la Sila segna il grande passaggio per una Calabria nuova.

Scettici e pavidi chiederanno: ma i soldi?

Negli ultimi decenni si è bruciata una montagna (più grande di Botte Donato, grande come il Monte Bianco) di finanziamenti pubblici per mancanza di programmi, per una scellerata gestione della spesa, per irresponsabilità nelle scelte.

I soldi sono stati dissipati, ma lo sviluppo non c'è stato per il malgoverno, per la commistione tra politica e affari, per lo spregio di ogni etica.

Hic Rodus hic salta (qui è Rodi e qui bisogna saltare) per rimuovere questa zavorra che ostacola e distorce ogni crescita.

Così la Calabria potrà risorgere, così l'emigrazione non sarà una condanna.

Giovanni Lamanna

Il Crotonese, 26 agosto 2005


Giovanni Lamanna - note biografiche

Giovanni Lamanna, nato a Crucoli (Crotone) nel 1919 e laureatosi in Giurisprudenza all'Università di Firenze nel 1941 con una tesi di laurea su Hans Kelsen, ha svolto - dopo l'iscrizione al Pci nel 1944 - attività politica nel difficile Secondo dopoguerra calabrese infuocato dalle lotte per la terra. E' stato eletto Consigliere provinciale nel collegio di Cirò-Savelli, Sindaco di Crucoli dal 1960 al 1970, Deputato al Parlamento nella V, VI, e XII legislatura.

Ha, tra l'altro, pubblicato nel 2000 Pagine di lotta meridionalista, una raccolta di saggi, articoli e interventi parlamentari sullo sviluppo della Calabria. Ha scritto su varie riviste e giornali.

Nel 2005 l'Associazione degli Emigrati nel Mondo "Heritage Calabria", gli ha conferito il Premio dei "Magnifici Cento".

Nel 2006 a gennaio, stampato da Rubettino Industrie Grafiche ed Editoriali per conto di Calabria Letteraria Editrice - 88049 Soveria Mannelli, ha pubblicato Calabria: cambiare rotta dal quale sono tratte queste brevi note biografiche e l'articolo La Sila può fermare l'emigrazione.

Si è spento nella sua Crucoli il 20 febbraio 2007.


Emigrazione italiana

Il più grande esodo della storia moderna

Sono stati circa 31 milioni gli immigrati arrivati nel "nuovo mondo" fra il 1880 ed il 1915. La maggior parte dei primi emigranti florensi nell'Ottocento e soprattutto all'inizio del Novecento si imbarcarono a Napoli per la via delle Americhe.



Alcuni Paesi dell'emigrazione italiana
Argomenti sull'emigrazione italiana
Grandi tragedie dell'emigrazione italiana

Web Master - Content - SEO - Francesco Saverio Alessio - all rights reserved © copyright 2003/2023