Dagli emigranti narrati agli emigrati narranti: l'esperienza migratoria degli italiani nelle rappresentazioni letterarie. Un percorso didattico interdisciplinare

di Maurizio Gusso

Tavola VI del Liber Figuratum di Gioacchino da Fiore



Come docente e formatore degli insegnanti ho sperimentato di persona e proposto ai colleghi vari percorsi didattici, a carattere interdisciplinare e interculturale, sulle migrazioni.

In questo scritto, da una gamma più ampia di percorsi integrati storico-letterari (ma anche fotografici, filmici e musicali) sul passaggio dell'Italia da paese a prevalente emigrazione a paese a prevalente immigrazione mi limito a estrapolare una serie di testi narrativi italiani postunitari, accomunati dalla rappresentazione delle esperienze migratorie degli italiani all'estero e scelti per l'ultimo anno della secondaria superiore (anche se, con adattamenti, estensibili agli anni iniziali, alle terze medie e all'educazione degli adulti), chiarendone i criteri di selezione e d'uso, pur senza poter riprodurre i testi e le piste di lavoro didattiche corrispondenti.

Questa limitazione è dovuta sia a problemi di spazio, sia alla constatazione che negli anni finali della secondaria superiore molti ostacoli ancora si frappongono a un approccio interdisciplinare e interculturale alla didattica della letteratura: conviene, quindi, procedere per gradi, mostrando, anzitutto, come sia possibile proporre un insegnamento integrato di storia e letteratura italiana per nuclei pluridisciplinari (previsti dalla normativa sui nuovi esami di stato) come le migrazioni, mediante una revisione parziale del 'canone letterario scolastico' tradizionale del Novecento, già di per sé più fluido e 'liberalizzato' di quello dei secoli precedenti (cfr. Gusso, 2001).

Nella mia esperienza di docente di italiano e storia nell'anno finale dei corsi Igea dell'Itcs "Besta" di Milano, da quando esistono i nuovi esami di stato, la tematica delle migrazioni è stata sempre scelta come uno dei 'nuclei pluridisciplinari', su cui far convergere gli apporti di materie quali italiano, storia,  geografia, lingue straniere e diritto. Ricordo che negli esami di stato del 2000 il tema di ambito socio-economico della tipologia B (saggio breve o articolo di giornale), "L'Italia da terra di emigranti a terra di immigrati: cause e conseguenze socio-economiche", non solo utilizzava una formulazione da me usata sia in classe, sia in vari corsi di formazione, ma includeva fra i "Documenti" un passo da Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi, che ho sempre inserito nel percorso sulle migrazioni e nel programma di italiano dell'ultimo anno e che anche qui riproporrò.

Le migrazioni: un nodo storico, scientifico, etico-civile e formativo-didattico da affrontare con un approccio interdisciplinare e interculturale

Dal punto di visto storico, le migrazioni hanno attraversato l'intero arco della storia umana, assumendo caratteristiche particolari nel Novecento (es.: spostamenti coatti di massa) e in particolare a partire dagli anni '70 ("inversione della corrente migratoria": Gusso, 1998 b: 395-396).

Da un punto di vista scientifico, sono un fenomeno complesso, demografico, ecologico, economico, sociale, politico, culturale, che richiede la convergenza di più approcci disciplinari.

Da un punto di vista etico-civile, costituiscono un insieme di risorse e problemi (si pensi, per esempio, alle questioni degli incontri/scontri fra culture e dei diritti di cittadinanza).

Da un punto di vista formativo-didattico, possono essere considerate una tematica interdisciplinare ricorrente, rilevante per diversi motivi.

Anzitutto, essendo le migrazioni una delle costanti della storia umana, ma assumendo caratteristiche specifiche nel 'mondo attuale' (cfr.  Brusa, 1999; Gusso, 1998 c: 49-50), il loro studio contribuisce all’orientamento scolastico, professionale e civile e alla formazione storica e diventa un ottimo banco di prova per una World History (cfr. Brusa, 1997; Cajani, 2000) e per una graduale riduzione del tasso di etnocentrismo della storia insegnata (cfr. Brusa e altri, 2000; Gusso, 1999: 79).

Inoltre, essendo un fenomeno 'in sé interdisciplinare', si prestano particolarmente a farvi convergere materie d'insegnamento afferenti sia a una stessa 'area formativo-didattica' come quella geostorico-sociale (cfr. Gusso, 1994: 129-133), sia a più 'aree' (matematico-naturalistico-tecnologica, dei linguaggi verbali e non verbali), come nel caso dei 'nuclei pluridisciplinari' dei nuovi esami di stato.

Infine,  sono riconducibili - con diverse ‘curvature’ - a parecchi ‘filoni’ ricorrenti di finalità e temi (es.: educazione interculturale, civico-sociale, allo sviluppo sostenibile, alla pace, alle pari opportunità), alla cui luce rileggere tutti i curricoli disciplinari e su cui fondare pratiche didattiche interdisciplinari, anzitutto nelle ‘aree’ dei linguaggi verbali e non verbali e geostorico-sociale (cfr. Gusso, 1994: 144-145 e 157-159; 1998 a; 1999).

Se si vuol contribuire alla costruzione di un 'filone ricorrente' di educazione interculturale, si possono affrontare le migrazioni in un'ottica di "antropologia reciproca" (Gusso, 1999: 76; Le Pichon, 1991; cfr. Grillo, 1998), fondata, cioè, sulla reciprocità degli sguardi ("gli uni visti dagli altri e gli altri visti dagli uni"), iniziando, per esempio, a costruire due unità didattiche modulari 'strategiche' sui due differenti punti di vista: quello degli immigrati e quello degli autoctoni.

Il caso italiano come esempio di 'inversione della corrente migratoria'

Il caso italiano è particolarmente interessante non solo perché è il nostro, ma anche perché, in seguito alla 'inversione della corrente migratoria', l'Italia è passata da paese a prevalente emigrazione a paese a prevalente immigrazione.

Una prima unità didattica, incentrata sull'Italia come paese a prevalente emigrazione nel periodo precedente la 'inversione della corrente migratoria', può riguardare sia la grande emigrazione oltre Oceano a cavallo fra Ottocento e Novecento, sia quella in Europa prima e dopo le due guerre mondiali, sia - per certi versi - le migrazioni interne dal Sud al Nord e dalle montagne e campagne verso le grandi città industriali e terziarie in epoca fascista e soprattutto negli anni del boom economico. Una seconda unità, incentrata sull'Italia come paese a prevalente immigrazione, concerne l'immigrazione straniera in Italia proveniente dai 'Sud' e dagli 'Est' del mondo in seguito alla 'inversione della corrente migratoria'. Un ulteriore approfondimento dell'ottica dell'antropologia reciproca comporterebbe un esame, nel primo caso, dell'emigrazione italiana all'estero e, nel secondo, dell'immigrazione straniera in Italia negli sguardi degli immigrati e degli autoctoni.


Entrambe le unità possono essere costruite su un intreccio di molteplici tipi di fonti scritte, orali, materiali, iconiche, sonore, audiovisive ecc..

In questo scritto mi limiterò a ricavare dalla duplice esperienza di insegnante e formatore di docenti una pista sulle rappresentazioni narrative delle esperienze migratorie italiane in diverse fasi della storia contemporanea, da diverse regioni di provenienza in diversi stati di destinazione, accentuando gli aspetti metodologici relativi all'insegnamento della letteratura.

Un approccio integrato a storia e letteratura italiana: il percorso testo/fonte - serie - contestualizzazione storica

Si suggerisce un triplice approccio interdisciplinare ai testi letterari, che può essere riassunto nel percorso testo/fonte - coppia/serie - contestualizzazione storica (cfr. Dalla Vedova - Gusso, 1996: 9-10; Geymonat, 1985; Gusso, 1985), estensibile a tutti i prodotti artistici.

Il testo letterario può essere concepito, anzitutto, come uno specchio espressivo e comunicativo in cui il fruitore può proiettare la propria immagine, i propri 'orizzonti d'attesa': l'approccio proiettivo, soggettivo ed esistenziale può essere considerato come un buon esempio di prima 'lettura' del testo (piano della 'intratestualità'), purché preveda la comunicazione delle impressioni di 'lettura'.

Inoltre, l'opera letteraria deve essere considerata come un testo linguistico inscritto in un codice e in un genere specifici, da sottoporre ad un'analisi dapprima tematica e poi semiotica e storica (ambientazione spaziale, temporale e sociale, sistema dei personaggi, tema/motivi, 'questionario' di domande da porre alle fonti), che costituisce un buon esempio di 'rilettura' critica, attenta all'alterità del testo rispetto alla soggettività del 'lettore', sul piano sia della 'intratestualità', sia della 'intertestualità' (comparazione fra diversi testi / una serie di fonti mediante il 'metodo contrastivo').

Infine, il testo dev'essere esaminato come fonte, ai quattro livelli del piano della contestualizzazione storica:

Tenendo presente che la   complessità    dei   fenomeni   letterari   (testi,  opere, generi,   convenzioni    e    modalità rappresentative, tecniche, istituzioni, usi sociali ecc.) e il carattere specifico, ma ‘spurio’ e storico, della loro ‘letterarietà’ danno luogo alla problematicità di una teoria della letteratura e a una pluralità di approcci possibili (semiotica, ermeneutica, critica letteraria, sociologia e storia della letteratura ecc.), si considera la letteratura come un modo particolare di rappresentare aspetti di realtà, adottando un ‘convenzionalismo relativo’ o ‘realismo smaliziato’, in grado di evitare gli eccessi, simmetrici e opposti, del ‘convenzionalismo assoluto’ (o formalismo) e del ‘realismo ingenuo’ (o ‘teoria del riflesso’).

Criteri di scelta dei testi narrativi

Nella scelta dei testi si sono adottati i seguenti criteri (cfr. Dalla Vedova - Gusso, 1996: 10-11):

a)     presenza delle migrazioni preferibilmente come 'tema' principale o almeno come 'motivo' non troppo secondario (cfr. Tomaševskij, 1968: 314-321);

b)     loro ambientazione temporale e loro pubblicazione fra il 1861 e oggi, con preferenza accordata alle narrazioni pressoché coeve o non molto posteriori ai fatti narrati;

c)      testi letterari integrali (es.: racconti) o 'microtesti' compatti (es.: un capitolo di romanzo);

d)     reperibilità nel mercato librario (preferibilmente nel manuale/antologia di letteratura in adozione o  in uso) o nel sistema bibliotecario;

e)     opere di scrittori "maggiori" o "maggiori fra i minori" (Dalla Vedova - Gusso, 1996:  7), significative rispetto alla produzione complessiva dell'autore e almeno parzialmente indagate dalla critica letteraria;

f)       testi suscettibili di un triplice approccio (specchio; testo; fonte storica) e quindi leggibili da un punto di vista linguistico-comunicativo e tematico, dotati di un certo spessore letterario e rappresentativi come fonti rispetto alla tematica storica delle migrazioni, ai loro singoli aspetti più rilevanti e alle diverse fasi della storia del fenomeno migratorio;

g)     varietà delle loro ambientazioni spaziali, temporali e socioeconomico-culturali;

h)     varietà dei sottogeneri (diversi tipi di racconto, romanzo, memorialistica) e delle modalità rappresentative (realistica, melodrammatica, patetica ecc.).

Dagli emigranti narrati agli emigrati narranti: la serie dei testi privilegiati

La serie include cinque scrittori (tutti almeno 'maggiori fra i minori'), nati in Liguria (De Amicis), Piemonte (Carlo Levi), Calabria (Strati), Sicilia (Sciascia) e Veneto (Rigoni Stern) e otto testi narrativi (tre racconti integrali e vari capitoli tratti da quattro romanzi e da un'opera memorialistica), pubblicati fra il 1889 e il 1979, relativi all'emigrazione italiana in Argentina negli anni ottanta dell'Ottocento (Sull'Oceano), all'emigrazione veneta nei territori della monarchia austro-ungarica prima della 'grande guerra' (Storia di Tönle), all'emigrazione lucana negli Usa in epoca fascista (Cristo si è fermato a Eboli), all'emigrazione calabrese nel secondo dopoguerra in Svizzera (Gianni Palaia di Messina e Noi lazzaroni) e in Germania (Non tutto ciò che luce è oro) e alla coeva emigrazione siciliana negli Usa (Il lungo viaggio), in Germania e in Svizzera  (L'esame).

La serie si apre con la versione romanzata di un'esperienza di viaggio di un famoso giornalista e scrittore (De Amicis), che offre uno spaccato panoramico della grande migrazione transoceanica degli italiani di tutte le regioni, continua con altre rappresentazioni letterarie relative a emigranti narrati da non emigrati e raggiunge il culmine con tre testi di un narratore con esperienza di emigrazione all'estero (Saverio Strati), in cui compaiono emigrati narranti in prima persona.

- Edmondo De Amicis, Sull'Oceano, Treves, Milano, 1889 (poi: Ibis, Como - Pavia, 1991; cfr. anche l'ed. a c. di F.Portinari, Garzanti, Milano, 1996); in particolare: capp. non numerati III (L'Italia a bordo), IV (A prua e a poppa), VI (Rancori e amori), XI (Il passaggio dell'equatore), XV (Il morto). Tematica: l'emigrazione transoceanica italiana in Argentina negli anni ottanta dell'Ottocento. Sottotemi specifici: la nave Galileo come "un grosso villaggio" o meglio "un piccolo Stato", microcosmo in cui si riflette il macrocosmo sfaccettato dell'emigrazione oltre Oceano da tante regioni italiane (non solo meridionali) (cap.III); fattori principali dell'emigrazione: fame, miseria e ingiustizie sociali (capp.IV e XV); diffidenza dei passeggeri di terza classe verso il narratore, passeggero di prima classe (cap.VI), pieno di sensi di colpa verso gli emigranti (cap.XI). Emigrazione: 'tema' centrale del resoconto romanzato di viaggio, pressoché coevo ai fatti. Critica letteraria: Crupi, 1979: 30-50; Bertone, 1983; Brambilla, 1992. 47-84; Milani, 1991; Portinari, 1996.

- Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, Einaudi, Torino, 1945: capitoletto non numerato XIII (pp.130-141 dell'edizione a c. di V.Viola, Einaudi Scuola, Milano, 1992). Tematica: l'emigrazione lucana negli USA nel periodo fascista. Sottotemi: New York come capitale dei contadini lucani al posto di Roma (l'America fra mito e disillusione); rapido rimpoverimento degli emigrati di ritorno.  Emigrazione: 'motivo' secondario, ma non troppo. Opera memorialistica, fra narrativa e saggistica, pressoché coeva ai fatti. Critica letteraria: Crupi, 1979: 115-123; De Donato, 1999; Falaschi, 1978: 15-43 e 117-121; 1996; Massara, 1984: 203-204; Miccinesi, 1973: 56-75 e 133-157; 1979.

- Saverio Strati, Gianni Palaia di Melissa, in Gente in viaggio, Arnoldo Mondadori, Milano, 1966 e 1980 (riprodotto a pp.172-181 di Barra e altri, 1997). Tematica: l'emigrazione calabrese in Svizzera nel secondo dopoguerra. Sottotemi: emigrazione per motivi non solo economici, ma politici (repressione sanguinosa dell'occupazione delle terre a Melissa - KR); disprezzo di molti svizzeri verso gli Italiener; atteggiamento ambivalente degli immigrati italiani verso gli svizzeri. Emigrazione: 'tema' centrale del racconto, di poco posteriore ai fatti. Critica letteraria: Crupi, 1971: 24-26 e 1979: 140-143; Esposito, 1982: 36-38; Manacorda, 1980: 10-11; Motta, 1984: 42-46 e 87.

- Saverio Strati, Noi lazzaroni, Arnoldo Mondadori, Milano, 1972 (III ed.: 1978), pp.15-24, 37-39, 61-63, 73-78, 92-94, 141-146, 181-184 e 203-206 (capitoletti non numerati III, VII, XV, XXI-XXII, XXIX, XLIII, LIII e LVIII). Tematica: l'emigrazione calabrese in Svizzera nel secondo dopoguerra. Sottotemi: emarginazione degli emigrati italiani in Germania e Svizzera (cap.III); visita medica umiliante a Chiasso (cap. VII); disorientamento della madre del protagonista, in visita al figlio immigrato in Svizzera (cap.XV); esperienza migratoria in Australia e America del nonno del protagonista (cap.XXI-XXII); stato di abbandono della campagna calabrese, spopolata dall'emigrazione (cap.XXIX); choc del protagonista nell'impatto con le baracche degli emigrati italiani in Svizzera (cap.XLIII); emigrati italiani "carne da lavoro" sfruttata e discriminata sia in Italia, sia in Svizzera (cap. LIII).; passaggio dalla consapevolezza dell'emarginazione alla  presa di coscienza politica (cap.LVIII). Emigrazione: tema centrale del romanzo, di poco posteriore ai fatti. Critica letteraria: Crupi, 1979: 149-155; Esposito, 1982: 46-57; Motta, 1984: 51-54.

- Leonardo Sciascia, Il lungo viaggio e L'esame,  in L.Sciascia, Il mare colore del vino, Einaudi, Torino, 1973 (poi: a c. di M.R.Petrella, Adelphi - La Nuova Italia, Milano - Firenze, 2000, pp.17-25 e 61-72; L'esame è riportato anche in Barra e altri, 1997: 182-189). Tematiche: emigrazione siciliana negli Usa (Il lungo viaggio) e in Germania e Svizzera (L'esame) nel secondo dopoguerra. Sottotemi: viaggio clandestino con truffa finale (Il lungo viaggio); emigrazione femminile in Svizzera per disperazione e rifiuto maschile di una condizione poco dignitosa di immigrato in Germania; conflitto fra il reclutatore di manodopera svizzero e la potenziale manodopera siciliana (L'esame). Emigrazione: 'tema' centrale in entrambi i racconti, di poco posteriori ai fatti.

- Mario Rigoni Stern, Storia di Tönle, Einaudi, Torino, 1978, cap.I (pp.5-32 dell'edizione Einaudi Scuola, Milano, 1990). Tematica: l'emigrazione ricorrente dell'asiaghese Tönle Bintarn (prima del 1866 suddito austriaco e poi cittadino italiano) nelle terre della monarchia austro-ungarica (Alto Adige, Austria, Baviera, Moravia, Boemia e Polonia) come ambulante con i venditori di stampe di Castel Tesin, o in Austria e Ungheria come boscaiolo, lavorante agricolo o addetto ai cavalli, alla fine del XIX secolo. Emigrazione: 'motivo' non secondario del romanzo storico. Critica letteraria: Buzzi, 1988: 78-83 e 119-123; Motta, 1982: 52-63 e 76-77.

- Saverio Strati, Terra di emigranti, Salani, 1979, pp.136-141 e 147-152: passi dalla Parte III: Viaggio verso il Nord (riprodotti in Barra e altri, 1997: 75-86). Tematica: un ragazzo calabrese in Germania nel secondo dopoguerra. Sottotemi: emarginazione e senso di estraneità degli immigrati italiani in Germania; famiglie divise dall'emigrazione; conflitti fra immigrati italiani; catena migratoria e legami parentali; atteggiamento ambivalente del protagonista verso la Germania. Emigrazione: 'tema' centrale del romanzo per ragazzi, non molto posteriore ai fatti.

  Riferimenti bibliografici

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- Gusso, 1994 = M.Gusso, Per un curricolo innovativo di formazione geostorico-sociale e Filoni ricorrenti e unità didattiche strategiche, in Aa.Vv., Per un curricolo continuo di formazione geostorico-sociale nella scuola di base, Irrsae Lombardia, Milano, 1994, vol.I, pp.129-155 e 157-164

- Gusso, 1998 a = M.Gusso, Educazioni e area geostorico-sociale: una solidarietà reciproca, in Aa.Vv., Scienze geostorico-sociali  per un curricolo verticale. Dalla Ricerca-Azione alla Sperimentazione assistita, ivi, 1998, pp.29-38

- Gusso, 1998 b = M.Gusso, Storia delle migrazioni, in E.Damiano (a c. di), Homo Migrans. Discipline e concetti per un curricolo di educazione interculturale a prova di scuola, Angeli, Milano, 1998, pp.355-411

- Gusso, 1998 c = M.Gusso, Orizzonti della contemporaneità, storia del Novecento e curricoli, in B.Rossi (a c. di), Storia contemporanea e scuola: una rinnovata sfida educativa. Atti del Convegno nazionale. Milano 5 marzo 1997, Istituto per il Diritto allo Studio dell'Università degli Studi di Milano, Milano, 1998, pp.49-57

- Gusso, 1999 = M.Gusso, Educazione interculturale, in Ong Lombarde - Irrsae Lombardia - Provveditorato agli Studi di Milano (a c. di), Portare il mondo a scuola, Cres - Edizioni Lavoro, Roma, 1999, pp.73-82

- Gusso, 2001 = M.Gusso, Per una didattica interculturale della letteratura, "Strumenti Cres" n.28, supplemento a "Mani Tese", 2001, n.380, pp.17-21

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- Manacorda, 1980 = G.Manacorda, Introduzione a S.Strati, Gente in viaggio, Arnoldo Mondadori, Milano, 1980

- Massara, 1984 = G.Massara, Americani. L'immagine letteraria degli Stati Uniti in Italia, Sellerio, Palermo, 1984

- Miccinesi, 1973 = M.Miccinesi, Invito alla lettura di Carlo Levi, Mursia, Milano, 1973

- Miccinesi, 1979 = M.Miccinesi, Come leggere "Cristo si è fermato a Eboli", ivi, 1979    

- Milani, 1991 = M.Milani, Prefazione a E.De Amicis, Sull'Oceano, Ibis, Como - Pavia, 1991, pp.9-17

- Motta, 1982 = A.Motta, Mario Rigoni Stern, "Il castoro", 1982, n.184

- Motta, 1984 = A.Motta, Invito alla lettura di Saverio Strati, Mursia, Milano, 1984

- Portinari, 1996 = F.Portinari, Prefazione a E.De Amicis, Sull'Oceano, Garzanti, Milano, 1996, pp.XV-XXIV

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Maurizio Gusso


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