L'inquieta alleanza fra psicopatologia e antropologia
Salvatore INGLESE
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L'emigrazione di massa da questo
territorio ha provocato profonde e
irreversibili trasformazioni nella vita sociale di
questa comunità.
Essa ha innescato l'abbandono
forzoso di una base socio - culturale garantita dai
vincoli di solidarietà familiare e vicinale, atta a
promuovere nel corso delle generazioni la creazione
e la riproduzione di modelli, idee, stili di
relazione e di esistenza specifici.
L'emigrazione
non si costituisce come un evento neutro ma come
congiuntura critica generale e persistente che
si impone come fattore di perturbazione dei
meccanismi di regolazione dell'individuo e del
gruppo.
Per ciò stesso essa deve essere
fronteggiata con molteplici strumenti culturali e
psicologici.
Essa si manifesta come periodo di
transizione ambivalente, come un'occasione di
sviluppo che contiene anche un rischio concreto di
perdita e di dissoluzione.
Al centro di ogni esperienza
migratoria si colloca una fase di separazione
dall'ambiente originario che fornisce sicurezza
ontologica e nutrimento psicologico.
La lacerazione di questo continuum
esistenziale inaugura la sperimentazione di una
angoscia di morte e di vuoto, e una sensazione di
caduta senza fine in uno stato di disintegrazione.
A carico di questo sistema sociale
l'emigrazione di massa ha determinato:
a)
rottura e disgregazione della famiglia patriarcale
b) sovversione del legame organico tra ruoli
sessuali e produttivi, conseguente all'immissione
delle donne nel ciclo economico;
c) delegittimazione interne ed esterne dei valori
culturali autoctoni;
d) alterazione della coerenza e della coesione del
gruppo originario, causata da processi di:
d1) frammentazioni, per allontanamento definitivo
dei proietti;
d2) incistamento sub - culturale, per integralismo
reattivo alla fobia del nuovo e del diverso che
appaiono nel campo sociale ( fondamentalismo
misoneista );
d3) implosione, per estinzione tendenziale
della cultura originaria con collasso della sua
visione del mondo.
L'estensione
e la profondità di tali processi e di tali effetti
non riconoscono possibilità di delimitazione
operativa, piuttosto obbligano ad affrontare le
relazioni tra emigrazione e disturbo mentale
all'interno della complessa rete interattiva
costituita da coloro che:
-
partono;
- restano;
- ospitano
- nascono;
- ritornano
Infatti
i problemi insorgenti in ciascuno di questi
compartimenti si irradiano, sempre e comunque, su
tutti gli altri.
I conflitti emergenti alludono alla possibilità del
cambiamento, presentano un certo gradiente
evolutivo, ma il loro esito resta aleatorio, per
niente predicabile.
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L'inquieta
alleanza tra psicopatologia ed antropologia
(ricordi e riflessioni di
un'esperienza sul campo)
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