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Rina Ferrarelli: Il nostro pane


Emigrazione e poesia

Quale tempo, quale luogo è il sogno? Mi sento come un’ombra, fatta di nebbia.

Montenero 1881 m, Sila

Il nostro pane

Il nostro pane
non aveva nome
e nemmeno il grano
che si portava al mulino,
la farina
che la fornara impastava
al forno del vicinato.
'U criscente,
passava di mano in mano
come un'eredità,
una benedizione.
Le mamme
stringevano al petto
i tondi pani
e tagliavano verso il cuore.
Il pane si baciava da noi,
come si baciavano
le mani dei genitori
di prima mattina
la punta delle dita
facendo la croce.

The Bread We Ate

The bread we ate
did not have a name.
Neither did the wheat
we took to the mill,
the flour the fornara
made into dough
at the community oven.
She used a starter
from an earlier batch,
an inheritance
received and passed on
like a blessing.
Mothers
hugged the round loaves
to their breasts
and cut towards them.
We kissed it
to show respect,
as we kissed
our parents' hands
in the morning, our fingers
when crossing ourselves.


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