Risposta alla

Lettera aperta all'On. Gerardo Mario Oliverio

di Mario OLIVERIO

Il Crotonese 20/23 febbraio 2004

San Giovanni in Fiore, 3 Febbraio 2004

Egregio Morrone,
la Sua lettera al sottoscritto, pubblicata da "Il CROTONESE" (23 26 gennaio n.6) mi consente di chiarire, sia pure brevemente, le ragioni per cui è nata nel gennaio 2003 l'Associazione Europa Mezzogiorno Mediterraneo (AEMME) e di precisare il ruolo e le finalità della stessa.
Mi consenta di affermare che la Sua lettera, ricca di riflessioni stimolanti che meriterebbero un serio approfondimento, rischia, tuttavia, di essere deviante rispetto ai temi dell'identità mediterranea e delle opportunità che il mediterraneo offre all'Europa in particolare oggi, nell'era della globalizzazione.

Non a caso l'Unione Europea, nel 1995 a Barcellona, ha dato vita ad un percorso di partenariato euromediterraneo che ha avuto tappe di significativa evoluzione nelle successive conferenze euromediterranee di Marsiglia (2000), di Valencia (2002), di Napoli (2003).
Tralascio di soffermarmi sui contenuti ed i programmi del richiamato partenariato per ragioni di spazio.
Intendo solo richiamare i titoli degli assi fondamentali sui quali la cooperazione tra le due sponde del Mediterraneo è stata disegnata e costituisce materia di concrete relazioni tra gli Stati ed i Paesi interessati :
1) Asse del partenariato politico e di sicurezza (diritti dell'uomo e libertà fondamentali: democrazia e legalità lotta al razzismo e alla xenofobia lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata);
2) Asse del partenariato economico finanziario (programmi dì sviluppo sostenibile, miglioramento condizioni di vita delle popolazioni, aumento livelli occupazionali, creazione zona di libero scambio entro il 2010,accordi di scambi commerciali in materia di servizi e di trasferimento, di tecnologie, liberalizzazione dei prodotti agricoli e dei manufatti, ammodernamento delle strutture produttive, reti infrastrutturali, energia, acqua, ambiente,ecc);
3) Partenariato sociale, culturale e umano (dialogo interculturale, formazione professionale, istruzione primaria e secondaria, programmi per combattere la povertà, movimenti migratori, creazione/potenziamento del sistema di protezione sociale,partecipazione alla vita politica e sociale, ecc..
Lo scorso mese di dicembre, proprio a Napoli, è stato fatto un bilancio del lavoro svolto in questi otto anni, e sono stati rilanciati le linee e gli obiettivi di tale politica.
Nella Conferenza di Fondazione per il dialogo tra le civiltà.

Centro del Mediterraneo: Santuario di Hera Lacinia a Capo Colonna, Crotone, Calabria, Italia   Fotografia: Francesco Saverio ALESSIO © 1986 Copyright

Architettura Mediterranea

Santuario di Hera Lacinia

Fotografia: Francesco Saverio ALESSIO © copyright 1986


E' evidente che la realtà dell'Unione Europea ed il suo allargamento a 25 (come è noto, il prossimo primo maggio, ai quindici Paesi dell'UE si aggiungeranno dieci nuovi Paesi) ed il consolidamento del partenariato con i Paesi del Sud del Mediterraneo determinano uno scenario nuovo con il quale bisogna sapersi misurare.
Il Mediterraneo costituisce una opportunità che la nuova Europa deve saper cogliere, in primo luogo per costruire un equilibrio mondiale fondato sulla pace e sulla coesistenza di diverse civiltà, culture,religioni.
Una politica di cooperazione, di sviluppo delle relazioni economiche e commerciali, di rispetto e valorizzazione delle diverse identità culturali, costituisce l'unica strada per superare i conflitti, per sconfiggere il terrorismo,per garantire stabilità e sicurezza.
Questa impostazione è chiaramente alternativa ad ogni logica e/o tentazione imperialistica, perché è animata da una cultura del rispetto dell’"altro" e della civiltà di cui è espressione.
Europei ed africani non solo possono ma devono rispettarsi reciprocamente e cooperare. Ciò è necessario ancor più oggi nel mondo globalizzato, segnato da forti movimenti migratori e da un sistema di comunicazione (satellitare, internet, ecc.) che è destinato a rivoluzionare sempre più le relazioni tra popoli e continenti diversi ed il rapporto centro-periferia, sul quale è stato costruito un mondo diseguale in cui una parte grande dell'umanità muore per fame o vive in condizioni d'indigenza.
In questo contesto nuovo, il Mediterraneo (mare tra le terre) ritorna ad essere crocevia di nuovi rapporti intercontinentali.
L'Europa la nuova Europa può trarne grande giovamento e, allo stesso tempo, dare un contributo decisivo per affrontare gravi piaghe (fame,malattie,povertà) che affliggono il Sud del mondo e che costituiscono la vera causa di tanta instabilità, del terrorismo, dei fanatismi.
Nel Mediterraneo, il Mezzogiorno e la Calabria, avamposti del vecchio continente, possono assolvere un ruolo importante, di vero ponte tra l'Europa e l'altra sponda.
In questo scenario il Mezzogiorno da area marginale e periferica, può assumere una funzione centrale, di cerniera per l'apertura e l'intensificazione di rapporti economici, sociali, culturali con i Paesi del Sud del Mediterraneo, questa non è un’ambizione astratta o velleitaria. Costituisce, invece, un obiettivo strategico che l'Europa e in particolare il nostro Paese, devono perseguire con intelligenza e determinazione.
Nel nuovo contesto l'antica questione meridionale assume connotati nuovi ed inediti che devono costituire la base per rilanciare una adeguata iniziativa ed un aggiornato confronto culturale e programmatico.
L'Europa e il nostro Paese sono chiamati ad assumere politiche coerenti con un disegno di questa portata. Ciò significa che i programmi di investimento, di modernizzazione delle reti e delle grandi infrastrutture di collegamento, dei centri di ricerca e di innovazione tecnologica, devono interessare coerentemente e concretamente il Mezzogiorno e la Calabria.
Entro il 2010 l'area di libero scambio nel Mediterraneo sarà una realtà. Arrivare preparati a quella data significa per fare un solo esempio, attrezzare una rete ferroviaria e trasportistica moderna ed efficiente,che deve saper utilizzare Gioia Tauro come porta tra il vecchio continente e il sud del Mediterraneo, ed il porto di Sibari per aprire le vie dei mare verso la Grecia, il Medio Oriente e l'Asia.
Le Università della Calabria e del Meridione possono diventare centri propulsori di progetti di formazione e di ricerca, di scambi culturali, di sostegno allo sviluppo da realizzare in cooperazione con le Università dei Paesi del bacino del Mediterraneo.
La Calabria per la sua storia e la cultura che ha plasmato le sue comunità, è una terra aperta ed ospitale, più di altre sensibile al rispetto delle diversità. Una delle ragioni di queste sue peculiarità è da ricercare nel fenomeno dell'emigrazione che ne ha segnato, a partire dalla fine dell'800, le vicende sociali e umane in profondità, spesso determinando sofferenze e lacerazioni nello stesso tessuto comunitario e familiare.
Sono anche queste le ragioni che ci consentono oggi di proporci con aperture come protagonisti nella costruzione di nuove relazioni con altri popoli portatori di diverse identità.


La Associazione cui, assieme ad amici di diversi orientamenti, abbiamo dato vita, in tempi non sospetti, vuole essere lo strumento per contribuire ad affermare il disegno prima richiamato.

Come si può immaginare si tratta di un progetto di vasto respiro che deve saper coinvolgere molteplici energie e forze sociali, culturali, istituzionali. L'iniziativa dell'Associazione è ormai partita. Con soddisfazione stiamo registrando l'interesse di personalità della politica e della cultura sul piano nazionale ed europeo, di numerosi Sindaci ed amministratori locali, di istituzioni culturali e delle Università calabresi, di istituti di ricerca e di organizzazioni ed associazioni varie, di singoli cittadini.

Abbiamo anche dato vita ad un periodico che, non a caso, porta il nome Dialogo Mediterraneo.
Dopo la prima iniziativa che l'Associazione ha organizzato nei giorni scorsi a Cosenza per la presentazione del suo programma e l'indicazione dei suoi obiettivi, sono gia stati programmati altri appuntamenti importanti con la partecipazione di numerose Università del mediterraneo, di personalità impegnate nelle istituzioni europee e nazionali, di rappresentanti dei Paesi del bacino del mediterraneo. Una particolare attenzione sarà dedicata anche ai territori ed alle realtà locali dalle quali vengono forti sollecitazioni e richieste di partecipazione e di coinvolgimento.

Come si vede è un programma ambizioso e la nostra Associazione non ha alcun intento strumentale tant'è che, sin dall'inizio, si è dichiarata aperta, all'apporto di tutti coloro che sono interessati a questa impresa.

Lo Statuto che ci siamo dati, ampiamente divulgato in occasione della affollata conferenza del Teatro Rendano, costituisce una precisa garanzia in tal senso.

Cordialmente

Mario Oliverio


3 Febbraio 2004

Centro del Mediterraneo:  Particolare del portale del Battistero di Santa Severina, Crotone, Calabria, Italia  Fotografia: Francesco Saverio ALESSIO © 1983 Copyright

Architettura Mediterranea

Particolare del portale del Battistero di Santa Severina

Crotone, Calabria, Italia

Fotografia: Francesco Saverio ALESSIO © copyright 1983


P.S. Altre questioni cui fa riferimento E. Morrone nel suo scritto, meriterebbero specifiche riflessioni (emigrazione, infrastrutture).

Di altre ancora di sapore localistico non ne ho sinceramente compreso il significato.

In quanto al mio "silenzio sulla Provincia di Crotone" forse il caso di scherzarci su. Infatti, verrebbe da dire che il mio silenzio è stato cosi rumoroso da porre, per oltre un decennio, il sottoscritto al centro di note polemiche che, alcune volte in buona fede altre volte in modo strumentale, mi hanno indicato come il principale avversario.

Forse Morrone è troppo giovane per ricordarsene.

Comunque non vedo quale relazione possa esservi tra le problematiche del Mediterraneo e la mia posizione su vicende di dimensione locale.

Gerardo Mario OLIVERIO


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