Natale 2003 a San Giovanni in Fiore - Servizi Sociali

di Emiliano MORRONE

Disegno di una bambina florense sulla Sila e sull'emigrazione

 


In un clima di voracità, regali al silicio, al silicone e tradizioni sciupate, le omelie di Natale toccano argomenti internazionali e fatti d’angoscia collettiva.

I riferimenti principali sono l’Oriente di fuochi e il terrorismo interno, segno che la tv ha influenzato per bene, meglio della cinese. In una città, San Giovanni in Fiore, trasformata da una vasta e crescente emigrazione intellettuale, dal Reddito minimo e dalla sindrome del consumatore onnipotente, l’affanno quotidiano del periodo e l’assenza d’attività socio-culturali comportano il rifugio di massa nel piacere domestico. A fine anno, di solito, si discutono bilanci e previsioni, si tirano le somme e s’allentano o stringono le cinghie. Ma, nel caos generale di compere e abbracci, spesso forzati, di pruriti e desideri di gola e di gala, pochi s’accorgono che molta gente non brinda, non spande e manco spassa: non ha.

San Giovanni in Fiore, una realtà sommersa, di anziani stipati in una triste casa di riposo, nel complesso badiale, col rintocco d’orologio che annuncia il declino dell’anima, catalizzato dall’indifferenza diffusa e da un’assistenza professionale svogliata e stipendiata; un bimbo, A., musulmano, che respira a fatica, vestito di niente, affamato, impaurito; uomini soli, in una stanza, a patire il freddo e senza pasti; famiglie con figli d’una vita negata, sozzi come i personaggi di Pasolini, tra fango e case cadenti. Un quadro diverso dalla classica tavola imbandita, con candeline rosse, pandori e clementine, spumante, lucine intermittenti e film strappalacrime sulla bontà e l’unione. Che cosa fanno i servizi sociali? Come operano, con quali mezzi e risorse? Scavando a modino, scopriamo che tutto è improvvisato, sul vecchio principio che «si può poco, perché non ci stanno soldi». Lo dice, cheto e posato, l’assessore Biagio Marra, tessera di Rifondazione, con delega al disagio e alle politiche sociali; lui che s’azzuffa col sindaco, Riccardo Succurro, Ds, per incomprensioni di programma, alle porte delle elezioni provinciali.

I lavoratori socialmente utili, Lsu, per l’amministrazione, sono impegnati in alcuni progetti di recupero: seguono i disabili, ai quali, di recente, è stata data un’altra sistemazione, dopo anni trascorsi in una buia topaia. Nella vicenda, Antonio Catalano, presidente dell’Associazione delle famiglie dei disabili, ha sopportato, pur di ottenere qualcosa di meglio, piegandosi alla ragione di partito. Evitato lo scandalo via etere, con le camere della Rai pronte a riprendere il tugurio in questione.

Invece, al taglio del nastro della nuova sede, sui manifesti figurava, in testa, le roi, l’onorevole Mario Oliverioquattro legislature alla Camera, una alla Regione, come assessore, una da sindaco della città –, candidato alla presidenza della Provincia di Cosenza, ovviamente assente alla cerimonia inaugurale. Così come per la maratona radiofonica in favore del Burundi, in cui opera, con grave rischio personale, il santo missionario don Battista Cimino: Mario Oliverio, ancora sulla carta, non fece, l’anno passato, alcun intervento in diretta. Oliverio c’entra niente con la cultura cattolica, di cui, anzi, è stato feroce avversario. S’è saputo riciclare: per il potere, ha scordato quell’«oppio dei popoli» di Marx e sposato, laicamente, quegli «esercizi di cristianesimo» di Kierkegaard.

Arte Mediterranea:  ARTE FLORENSE:  Crocefissione   Rendering 3D eseguito con un soft ware per CAD ( Computer Aided Design )  Francesco Saverio ALESSIO, copyright © 2002

Crocifissione

Francesco Saverio ALESSIO copyright © 2002

rendering redatto con l'ausilio del computer (CAD: Computer Aided Design)



Di recente, è sorta un’associazione per ciechi, spediti direttamente in un fosso con le sbarre: una struttura per la quale il Comune s’è indebitato a dovere, inaugurata in grande stile e mai utilizzata per causa d’infiltrazioni d’acqua. «Tanto, fa lo stesso - ha pensato una coerente amministrazione di centrosinistra-, occhio che non vede, cuore che non duole».

Di fronte a questi torti, a questi crimini, non si può mediare.

Mesi addietro, s’andò a intervistare i funzionari dei servizi sociali, sul caso d’un uomo che dormiva per strada. Ci chiesero la mano morbida, per allontanare inchieste e provvedimenti. Ci inviarono all’Asl, un altro covo di comoda e grassa burocrazia, che non risponde, di fatto, davanti alla sofferenza umana e ai reali bisogni delle persone. Parlammo con uno psicologo, che accusò l’amministrazione comunale. Il solito scaricabarile. Servono ispezioni e verifiche.

Fino a giugno del 2003, lo Stato ha elargito oltre mille assegni mensili, per il Reddito minimo, misura che doveva inserire i destinatari nella società civile, invece di escluderli senza appello. Bisognerebbe rivedere ogni pratica. Nonostante i rumori dell’opinione pubblica e della stampa, gli organi di controllo non hanno agito in questo senso. D’altronde, siamo in Italia, il paese dei balocchi e degli show. Comunque vadano le cose, restano gli errori politici, madornali, d’una sinistra che non ha operato per il bene collettivo.

I calcoli sono perfetti.

Col prestito per i lavoratori forestali, l’attuale amministrazione incasserà consensi per ogni competizione elettorale. Coi servigi - e i danni all’impresa - del Reddito minimo, il servilismo più squallido della piccola borghesia andrà in eredità per varie generazioni, col risultato d’una emigrazione inarrestabile.

Un comune governato dalla sinistra non può trascurare gli emarginati, i bisognosi, gli anziani, gli ammalati, gli ultimi. E non può credere d’illudere, menando vanto delle proprie azioni. Fino a quando una persona non è rispettata e sostenuta in quanto uomo, non si può parlare di politiche sociali.

A San Giovanni in Fiore, che aspira alla santità di Gioacchino, ci sono giovanissimi che si bucano per disperazione, adulti che si perdono nell’alcol, personalità deviate e abbandonate, anziani uccisi da una solidarietà nelle fogne.

Qualcuno dirà che è un fatto globale. Ma i servizi sociali dormono, pagandosi il proprio sonno, e la maggioranza di governo canta, tronfia, la propria incoerenza. Con l’opposizione zitta, complice, corresponsabile. E una parte della Chiesa già a caccia di voti, per qualcuno, uno solo.

EMILIANO MORRONE

RADICI


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