Con
una lettera degna, per ambiguità, del migliore
Eraclito,
Antonio Tiano, dei Verdi, starebbe lasciando
l’incarico d’assessore all’ambiente del Comune
di San Giovanni in Fiore. Nel
documento, contraddittorio quanto polemico,
Tiano contesta le scelte del sindaco e domanda
una sorta di collaudo urgente della compagine
di governo.
Da
tempo, si sente a San
Giovanni in Fiore il corale
ritornello, di membri e partiti dell’Unione
locale, sulla necessità d’una verifica in
merito all’operato amministrativo e
all’assetto politico della giunta Nicoletti,
sempre più sfatta e smembrata, surreale. Il
vicesindaco Aldo Orlando,
infatti, s’è dimesso di recente per
incomprensioni fra la Margherita e la Rosa nel
pugno, causa il mancato ingresso in squadra
dell’antologico Agostino Audia,
non tollerato, secondo Franco
Laratta, da un primo
cittadino sempre poco esplicito. Il sostituto
dello stesso parlamentare diellino, già
delegato alla Salute, non è mai stato scelto,
preferendosi, nella maggioranza di
centrosinistra, farse carnascialesche del tipo
“faremo”, “vedremo”, “valuteremo”,
“applicheremo” e, “nel frattempo, usciamo
dall’esecutivo pur garantendo un appoggio
esterno”.
Il
Comune
di San Giovanni in Fiore non
ha mai avuto una tale instabilità politica, in
un momento, peraltro, segnato dall’imperiosa
avanzata d’uno scarsissimo senso delle
istituzioni a opera di governanti e governati
e dal pesante incedere dell’emigrazione
intellettuale, completamente ignorata dalla
nuova classe dirigente, zeppa di istruiti e
professionisti. Il sindaco, comunque, continua
a negare tutto, nonostante che la giunta gli
stia cadendo a pezzi. Per San Silvestro,
davanti alle telecamere di Sila tv, con faccia
quasi da minacciato e voce fioca, ha detto che
ci sono seri pericoli per l’assetto
democratico in città, determinati da atti
vandalici e intimidatori, fra cui l’incendio
nella casa di campagna dell’assessore Lopez,
non identificato come tale dal delegato alle
indagini, Carmine Levato, comandante dei
Carabinieri. Poi, anche in altre
sedi, ha riferito di grandi meriti
dell’esecutivo, in aria, però, di dimissioni.
A
ben vedere, è chiaro che il primo cittadino
tenti un’impossibile difesa: il fallimento
della sua giunta è vecchio quanto il cucco. Ma
tutti, nella città di Gioacchino,
hanno finto di non vedere o, forse, pur
vedendo nettamente, hanno preferito non
scomodarsi. Antonio
Nicoletti, un ex appassionato di politica,
fu candidato sindaco all’ultimo minuto,
pescato dall’opposizione e persuaso ad
accettare da più parti: l’Unione non aveva
qualcuno da proporre, cadute le ambizioni
della Margherita, che avrebbe potuto
pretendere il sindaco, e, per legge, la
possibilità d’un Succurro
ter.
L'Onorevole
Gerardo
Mario OLIVERIO, Parlamentare
Ds, ex Sindaco di San
Giovanni in Fiore, ex Assessore
all'Agricoltura della
Regione Calabria, Presidente
della Provincia di Cosenza, ex
Segretario della Commissione Agricoltura della
Camera, Fondatore
e Presidente dell'Associazione Europa
Mezzogiorno Mediterraneo AEMME ONLUS.
L’onorevole
Mario
Oliverio, stratega e nocchiero del
centrosinistra, andò a
bussare perfino da Salvatore
Oliverio, presidente del Centro di Studi
Gioachimiti,
dal giornalista Saverio
Basile e dal poeta e scrittore Emilio
De Paola, per levare l’atteso
nome dal cilindro. Nessuno di loro raccolse
l’invito e si ripiegò sul sistema dei partiti,
ricuperando un Nicoletti mai piaciuto
alla coalizione né leader.
Oggi,
dopo il voltafaccia di Antonio Tiano, che
potrebbe però trasformarsi in un’agostiniana
professione di fede, i partiti dell’Unione
dichiarano di far quadrato attorno al sindaco,
di sostenerlo e mantenerlo al suo posto. Sarà
il paradosso del mentitore o il fatto che le
varie indennità non sono mica da buttare?
Resta
il fatto che i problemi veri, di gravissime
anomalie dentro le istituzioni amministrative,
rilevati da singoli e comitati, non sono stati
risolti e proseguono incontrastati, come il
crescente spopolamento degli ultimi anni, prodotto
dalla fuga di chi non accetta il vigente
sistema di dominio politico delle anime e
delle coscienze.
Emiliano
Morrone
già
su il
Crotonese