Movimento politico "Vattimo per la città"

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La vedova bianca

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"Vattimo per la città"

La Voce di Fiore, giovedì 16 novembre 2006- di Emiliano Morrone

--In merito alla nota di Francesco Scarcelli, ex componente del movimento politico Vattimo per la città, edita sulla testata destinataria della presente replica, è doverosa una breve risposta.

--In Calabria, c’è spesso un uso errato, da parte di molti politici, dei mezzi di informazione. Una regola di buon senso suggerisce, ove esistano divergenze di vedute, che vi siano chiarimenti diretti tra gli interessati, evitando clamori pubblicitari sulla stampa. Diverso è il caso di questioni di interesse generale, che possono trovare, ad avviso di chi scrive, una sana articolazione e definizione - specie sui giornali.

--Andando nello specifico del documento di Scarcelli, va detto che il movimento “Vattimo per la città” non è affatto morto, come sostenuto dal nostro.

--Il gruppo politico e culturale, nato come reazione alla politica delle clientele e dell’assistenzialismo a macchia d’olio praticata a San Giovanni in Fiore, si è allargato col suo strumento culturale originario, la testata “la Voce di Fiore” (www.lavocedifiore.org), che oggi conta circa 150 mila visite mensili.

--Oggi, il movimento del filosofo Gianni Vattimo è un riferimento in Italia e fuori, per chi ancora non lo sapesse, per le battaglie di civiltà a difesa dei diritti dell’uomo, della persona, dell’essere. La sua collocazione ideologica, che non risponde alle classificazioni in vigore nel sistema italiano, è squisitamente determinata dai princìpi del pensiero filosofico del suo più illustre esponente, Gianni Vattimo.

--In sintesi, tolleranza, carità, amicizia.

--Ciò non leva l’elemento che ha più caratterizzato l’azione del movimento, cioè l’impegno corale di mantenere alto il livello della critica, ad impedire facili anomalie nella gestione della cosa pubblica e un uso personalistico delle istituzioni, cosa che continua ad accadere in Calabria.

--Il movimento guidato dal padre del pensiero debole non è mai stato organizzato verticalmente, piramidalmente o secondo altra geometria partitica, che, per ultimo, finisce nell’imposizione di dogmi e assurdità. Da ogni dove d’Italia, intellettuali di destra, sinistra o centro che si siano riconosciuti nella pratica del pensiero debole hanno contribuito all’espansione d’una rete di iniziative culturali e politiche concepite nell’ambito del giornalela Voce di Fiore” e finalizzate all’eguaglianza, al sostegno delle categorie meno tutelate e all’emancipazione del Mezzogiorno. In questo senso, i legami stabiliti anche con gruppi e associazioni della società civile al di là dell’Europa sono molteplici e perfino sorprendenti. I contatti del professor Vattimo col leader cubano Fidel Castro e col venezuelano Hugo Chávez sono indicativi degli obiettivi politici, propri del Postcolonialismo, perseguiti dal movimento.

--I lavori filosofici di intellettuali come Santiago Zabala, gli appelli di Federico La Sala, i comitati etici di Vincenzo Tiano, le analisi politiche e antropologiche sui flussi migratori di Saverio Alessio e l’impegno meridionalista di Domenico Barberio stanno ampiamente a dimostrarlo. Su scala locale, e non solo, il ruolo del consigliere comunale Marco Militerno non è mai stato secondario o banale, avendo lo stesso proseguito, con scrupolo e passione, sulla via della legalità e della solidarietà sociale, entrambe alla base del movimento del professor Vattimo. Oltretutto, pur risiedendo a Bologna, il giurista Militerno è sempre stato ai consigli comunali e ha presentato importanti mozioni per i disabili e per l’istituzione del difensore civico comunale. Senza mai ottenere risposte.

--Inoltre, il movimento, di cui il dottor Militerno è degnissimo rappresentante istituzionale, ha mantenuto il rapporto coi fuori sede in Italia e all’estero. Esso costituisce, anche tramite “la Voce di Fiore” ed Emigrati.it (www.emigrati.it), un luogo di incontro, scambio e sintesi di innumerevoli contributi politici per il ritorno degli emigrati a San Giovanni in Fiore.

--Siamo aperti a chiunque, lontani da irrigidimenti di tipo partitico. Il messaggio è valido anche per l’amico Francesco Scarcelli. Per ultimo, annunciamo una manifestazione pubblica a San Giovanni in Fiore, in dicembre, con la presenza del professor Vattimo, assieme al quale si darà conto agli elettori e ai cittadini delle linee e degli impegni politici del movimento.

San Giovanni in Fiore, 16 novembre 2006

--Emiliano Morrone (direttore del giornale “La Voce di Fiore”)

San Giovanni in Fiore - Il Filosofo Gianni Vattimo con Emiliano Morrone Direttore de "La Voce di Fiore"

--VATTIMO PER LA CITTÀ_Links

P.S.: uno dei messaggi del Direttore Emiliano Morrone ai messaggi in risposta all'articolo:

Massimo D’Alema a San Giovanni in Fiore: il commento del cattocomunista berlusconiano Emiliano Morrone. "Dovevi venire prima, D’Alema. Ora non sei più credibile" - sabato 25 marzo 2006

Caro Francesco,

puntualizzo per l’ultima volta alcune cose che stanno su questo sito e in altri luoghi. Le elezioni, in realtà, sono andate così. Al primo turno, Barile ha preso 3 mila e ottocento voti circa. Con tutti gli imbrogli organizzati sulla base della confusione tra il simbolo di Vattimo e il nome del candidato, il filosofo ha ottenuto, si badi, non 1429 preferenze, come riportato al termine delle operazioni, ma 2740 (la fonte è il presidente dell’attuale consiglio comunale). Contando i voti assegnati all’avversarsio di centrosinistra piuttosto che al filosofo, il ballottaggio sarebbe stato fra Vattimo e Barile. A quel punto, spiegami chi l’avrebbe spuntata. Abbiamo denunciato al Prefetto di Cosenza irregolarità elettorali. Non è mai successo qualcosa. Di notte, intorno alle 22,30, dopo i conteggi, i seggi sono stati riaperti. La tv locale assegnava due consiglieri a Vattimo e 749 voti di lista. Inspiegabilmente, dopo un po’ di tempo, si è scesi intorno ai 640. Per Riccardo Succurro, dovevo stare "attento a strane operazioni". Le convocazioni inviate a Vattimo sono sempre state tardive, quando era consigliere, e, in un caso, fuori della legge. Potevamo far cadere il consiglio, ricorrendo al Tar. La città, per quanta campagna informativa sia stata fatta, ha mostrato totale indifferenza. Vattimo è stato ripetutamente denigrato, a partire dalla sinistra tradizionale, Piluso in testa. I confronti televisivi sono stati organizzati in date che potevano compromettere la partecipazione del filosofo. Questa è storia, la conoscono tutti. C’è stato un incredibile dispiegamento di forze per impedire la vittoria e l’azione di Vattimo. Ora vieni a parlarmi di incoerenza, di scuse e scusanti. Tu, dove eri? Hai detto qualcosa, a riguardo. Adesso, è troppo tardi per recriminare. La verità è che c’è stata un’espulsione di Vattimo voluta dagli inizi. Io stesso ho provato a convincere Vattimo che doveva restare. L’ultimo episodio, con una convocazione furbescamente rimediata in extremis ma fuori del tempo utile, lo ha persuaso che San Giovanni in Fiore ha logiche che possono intendere e accettare solo i suoi abitanti, troppo lontani, per abitudine, dalla vita pubblica e politica. Vattimo si sarebbe perfino trasferito a San Giovanni in Fiore, trovandosi alle porte della pensione. Me lo ha detto sinceramente e varie volte. Anche per evitare questa eventualità, il dispiegamento di forze avverse è stato enorme, al punto che Vattimo ha preferito rimanere nella piatta Torino. Spiegami, poi, che cosa ha impedito all’attuale sinistra di governo di affidargli l’assessorato alla cultura. Il che avrebbe comportato notevoli vantaggi per la nostra città. Per quanto riguarda la questione del tuo voto come contributo all’affermazione nazionale della Voce, mi dispiace ma hai ancora frainteso. "Malafides superveniens non nocet". Io ho solo scritto che oggi abbiamo un organo che rappresenta le nostre esigenze e le nostre potenzialità - di florensi fuori del coro - in un contesto molto più esteso. Più sotto, ti riporto un giudizio di Ida Dominijanni, che forse può servire a illuminarci politicamente sul significato del movimento di Vattimo. Con rispetto. Grazie.

Emiliano Morrone

Mafia in San Giovanni in Fiore: precisazioni di Domenico Barberio in merito alle questioni sollevate nel dibattito aperto da Emiliano Morrone - di Domenico Barberio

--** La fuga dei laureati italiani all'estero è un fenomeno di cui spesso si discute senza l'appoggio di dati significativi. Analizzando i flussi di laureati italiani che vanno all'estero il fenomeno appare drammatico e in crescita. Mentre all'inizio degli anni 90 meno dello 1% dei nuovi laureati emigrava all'estero, alla fine degli anni 90 circa il 4% dei nuovi laureati lascia l'italia. [...]la percentuale di laureati che lascia il paese e’ quindi quadruplicata tra il 1990 e il 1999
FONTE: "How Large is the Brain Drain from Italy?" (Becker, Ichino and Peri 2002)

MEZZOGIORNO: FUGA CERVELLI VERSO IL NORD DIVENTA EMORRAGIA

--ROMA - Aumentano sempre di piu' i giovani con la laurea in tasca che dalle regioni del Sud partono alla ricerca di un lavoro nel resto d'Italia. Tanto che dalla meta' degli anni '90 si puo' dire che, dopo alcuni anni di rallentamento, la fuga di cervelli e' diventata una vera e propria emorragia. Questa rilevante perdita di capitale umano qualificato, ''grave per il futuro sviluppo dell'area'', e' stata registrata dallo Svimez. [...]
--Uno sguardo ai numeri delle varie regioni non lascia spazio a dubbi. In Calabria, per esempio, nel 1994 il tasso di emigrazione (cioe' la percentuale tra il numero di laureati persi rispetto a quelli residenti) era pari all'1,3%: appena cinque anni dopo il valore era esattamente raddoppiato, passando al 2,6%. Il tasso di immigrazione, invece, dopo essere cresciuto dall'1,1% del '94 al 2,4% del '98, l'anno successivo era crollato di nuovo all'1,1%. Con un saldo tra laureati in uscita e quelli in entrata chiaramente sbilanciato verso i primi. [...]
--Alla luce di questi risultati, quindi, lo Svimez sottolinea che ''nel Mezzogiorno si sta registrando una vera e propria emorragia di risorse umane qualificate'', un fenomeno che ''dovrebbe essere preso in seria considerazione nell'ambito degli interventi di politica economica rivolti al Mezzogiorno d'Italia''.


--rif.: http://www.ansa.it/main/notizie/fdg/200505291725200926/200505291725200926.html


*L'INQUIETA ALLEANZA TRA PSICOPATOLOGIA E ANTROPOLOGIA

(ricordi e riflessioni da un'esperienza sul campo), tratto da I fogli di Oriss, n° 1, 1993.


*THE RESTLESS ALLIANCE BETWEEN PSYCHOPATHOLOGY AND ANTHROPOLOGY

(memories and reflections of an experience on the field) drawn of the "I fogli di Oriss", N 1, on 1993.

Salvatore INGLESE: doctor, psychiatrist and psychotherapist... Since years he studies the psychic illness of the populations of migrants in Italy, France, Switzerland and Canada...

*L'ALLIANCE AGITÉE ENTRE LA PSYCHOPATHOLOGIE ET L'ANTHROPOLOGIE

(mémoires et réflexions d'une expérience sur le champ) tirée des "I fogli di Oriss", n° 1, 1993.

Salvatore INGLESE: médecin, psychiatre et psychothérapeute... Depuis plusieurs années, il étudie le malaise psychique des populations de migrants en Italie, France, Suisse et Canada...


*:DE ONBEHAAGLIJKE ALLIANTIE TUSSEN PSYCHOPATHOLOGIE EN ANTROPOLOGIE

(herinneringen en beraden van een ervaring op het terrein) delen uit “I fogli di Oriss” n. 1, 1993.

 

Salvatore INGLESE: arts, psychiater, psycoterapeute... Sinds verschillende jaren bestudeert hij de geestelijke malaise van de migratie bevolkingen in Italie, Frankrijk, Switserland en Canada...

 

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