| Nate
                            in un'estate bagnata dal sangue di Genova, stravolta
                            dal caldo e dalla furia edonista del divertimento a
                            tutti i costi, redatte nel corso di un'ennesima
                            migrazione per fortuna a Roma, ispirate
                            dall'esperienza di un amore contrastato dai
                            pregiudizi ed inevitabilmente perso, queste immagini
                            parlano molto del mio essere radicatamente,
                              passionalmente, dolorosamente Florense. Oltre
                            alla tradizione orafa è quella dei tessuti a
                            caratterizzare la produzione
                              artigianale di San Giovanni in Fiore nel corso
                              della Storia, con coperte
                              e corredi dai motivi geometrici molto colorati,
                            alcuni direttamente ispirati da quelli dei coloni
                            Dorici che a loro volta erano stati istruiti da
                            artigiani Persiani; inutile dire che, oltre pochi
                            sporadici esempi, attualmente questa tradizione è
                            praticamente estinta. Nel
                            corso degli anni nel mio lavoro (ad esempio miei
                            sono i pannelli a mosaico di graniti colorati
                            all'incrocio fra il campo sportivo ed il cimitero;
                            Palla-Palla, estate 2000), con tecniche espressive
                            diverse e con funzioni diverse, ripetutamente
                            riaffiorano i motivi ed i colori delle coperte dei
                            letti della mia infanzia. 
                          
                            
                              | 
 Mosaici
                                    in graniti e marmi policromi a Palla-Palla -
                                    Francesco Saverio Alessio - San Giovanni in
                                    Fiore, aprile 2000 | 
                                  
                                    
 |  Probabilmente
                              come ribellione alla cementificazione, al
                            grigiore, all'inutilità della San Giovanni in Fiore
                            contemporanea riaffiorano i ricordi: le
                            coloratissime imposte, o cornici e stipiti del
                            Timpune, qualche rara, sensibile persona, ancora
                            colora diversamente dal vicino i contorni della sua
                            porta; inevitabilmente il
                              verde dei pini della Sila, il
                              blu del suo cielo notturno; il rosso del
                            sangue del Cristo e di tutti gli uomini della terra. In una estate
                            drammatica come questa, con un futuro da
                            discioglimento dei ghiacciai, naturalmente è
                            riapparsa questa volontà di appartenenza
                              ad una particolare antica cultura, la ricerca di
                              identificazione in sicure radici anche se con
                            una forma di espressione nuova negli strumenti e nei
                            materiali usati. Quello che evoca l'Oriente in
                            genere è un omaggio ai miei appassionati
                              studi giovanili sullo Yoga e lo
                              Zen, ed alla eliminazione dei
                            pregiudizi propria di queste filosofie.  Gli oggetti sono
                            riflessi nell'acqua, appunto nell'ipotesi di
                            discioglimento dei ghiacciai, Santa
                              Severina potrebbe diventare una città di mare
                            su di una costa desertica.  Le immagini proposte
                            non sono né un prezioso "ozaturo",
                            né una delicata "ncullerata",
                            sono più modestamente dei piccoli
                              mondi virtuali, interamente costruiti al computer,
                            nei quali mi rifugio ogni volta che ho paura per il
                            futuro dell'essere umano; più viaggio, cresco,
                            lavoro, divengo cosmopolita, più mi attacco alle mie
                            origini, fiducioso nell'idea che lo sviluppo
                            dell'Uomo consista nella diversificazione
                              delle Culture e nel loro scambio in una convivenza
                              pacifica e non nel loro
                                appiattimento imposto con la fame e con la
                                guerra. Francesco
                                Saverio ALESSIO 
        
 Architettura
                              Fantastica ARTE
                              FLORENSE Omaggio
                            all'Architettura
                              Araba - da "Le
                              città della Gojia": La fabbrica delle anime rendering
                            redatto con l'ausilio del computer (CAD:
                              Computer Aided Design) Francesco
                            Saverio ALESSIO copyright
                              © 2002   ESCATOLOGIA
                                FLORENSE ...ripartirono da Petra e si
                            ritirarono fra le montagne a Fiore, affinchè in
                            Nazareth fosse annunciato il nuovo frutto dello
                            Spirito Santo, fino a che, a partire da quel luogo,
                            il Signore operasse la massima salvezza sulla Terra.
                            [...] ANONIMO Biografia
                              di Gioacchino da Fiore In
                            abito eremitico, intorno ai diciotto anni d'età
                              (secondo
                                altri nel 1168 a circa 33 anni di età), intraprese un lungo viaggio
                                in Oriente, passando per
                                  Costantinopoli, attraversando la Siria e
                                  soffermandosi in Palestina dove studiò
                                  l'Aramaico per attingere ai Vangeli originali.
                            Sul Monte Tabor trascorse
                            una quaresima in una grotta in completo digiuno
                            ricevendo il "dono della intelligenza". Gioacchino
                                  da Fiore visse e studiò per molti anni in
                                  Medio Oriente:
                            erano lì le fonti della conoscenza, non solo
                              Spirituale, ma anche Scientifica e Filosofica. 
                            I libri, le tecniche
                              costruttive, le tecniche idrauliche, e
                              dell'agricoltura, l'astronomia, la matematica.
                              Tutto veniva da quei luoghi, dalle Regioni, dalle
                              Civiltà all'intorno. Dalla
                                sponda sud del Mediterraneo.
                              Dai luoghi natali dell'Architettura
                                Mediterranea Gioacchino da Fiore importò
                              molte tecniche che insegnò al suo fidato amanuense
                              Luca CAMPANO
                                  probabile supervisore dello stesso
                                  Archicenobio Florense insieme a Fra'
                                Giuliano "Magister Artium" che proseguì la
                              costruzione successivamente alla morte del
                              Maestro. |