Veduta di San Giovanni in Fiore moderna : Gaetano MASCARO, copyright 2003

Fotografia: Gaetano Mascaro

Veduta di San Giovanni in Fiore moderna

Radici comuni e diversificazione culturale


Per una Storia dell'Urbanistica Florense

San Giovanni in Fiore, 1 ottobre 2003

Sono nato a San Giovanni in Fiore, vivo e ho vissuto buona parte della mia vita in questa città.

Comunque, diciotto anni della mia vita sono trascorsi in altri luoghi; sono stato anche io un migrante. Per periodi brevi, altre volte lunghi.

Ho assistito alla disintegrazione della cultura locale, al disastro urbanistico ed ambientale conseguenti al fenomeno della emigrazione di massa della nostra popolazione, e, soprattutto, alla assoluta mancanza di programmazione razionale delle risorse da parte delle Amministrazioni Comunali succedutesi negli ultimi quattro decenni.

La descrizione di tale fenomeno può fornire un esempio di quali gravi problemi conseguono all'emigrazione di massa, quali difficoltà sono insite nei fenomeni di immigrazione, di accettazione culturale delle popolazioni migranti da parte delle popolazioni locali nel bacino del Mediterraneo e nel processo generale di globalizzazione in atto.

Dall'inizio del secolo scorso iniziò una corrente migratoria dei Florensi all'estero che divenne un fiume in piena dalla metà degli anni sessanta in poi. Le migliaia di miliardi di lire dei salari di oltre ottomila Florensi venne tramutato in cemento armato in poco più di dieci anni. Una follia collettiva si scatenò: il Dott. Salvatore INGLESE, Etno-Psichiatra, responsabile allora per molti anni della locale sede del Centro di Igiene Mentale, scrisse un saggio dove analizzò questo tipo di psicopatologia sociale:

[...] La ricchezza relativa derivante da lavoro salariato prestato dagli emigranti, si ostinava a pietrificarsi in abitazioni deserte ed abusive che hanno provocato un grave squilibrio nella gestione razionale del territorio. L'emigrazione non ha determinato un nuovo sviluppo "in loco", per cui la rete delle strutture produttive, o dei servizi, è rimasta atrofica o comunque rallentata. Ma la pietrificazione del salario rivelava anche la necessità di contrastare, rovesciandola nel suo contrario, l'angoscia della scomparsa conseguente all'esodo obbligato. In questo territorio, più l'emigrazione viene patita come sradicamento, o nomadismo coatto, più si demarcano nuove fondazioni domestiche. Più si è costretti al movimento, più si scava nella roccia e si eleva una scheletrica identità stanziale. [...]*

Nella popolazione Florense non esiste alcuna rassegnazione all'esodo, alla EMIGRAZIONE DI MASSA, tantomeno accettazione della strategia di sopravvivenza operata; l'esilio dalla catarsi della realtà si rivela come sospensione del dramma nel vuoto di vuoti edifici.
La scelta di investimento dei propri sudati e sacrificali risparmi, dettata da motivazioni emotive e non strategicamente razionali, è un completo fallimento individuale e sociale; le Amministrazioni Pubbliche e l'Ufficio Tecnico non frenarono in alcun modo questo fenomeno, anzi, con gravissime responsabilità e con disastrose conseguenze sul territorio, lo regolarono e indirizzarono tipologicamente portando all'edificazione selvaggia di edifici tutti uguali, tutti sbagliati, tutti inutili ed alla costruzione di una città invivibile, chiusa, senza possibilità di respiro, composta da vuoti edifici in gran parte non finiti, comunque disabitati, senza alcun valore estetico, funzionale, economico, sociale.

La descrizione breve del dramma, del fallimento storico, in termini di sviluppo sul territorio di appartenenza, dei sacrifici individuali e collettivi di una intera popolazione migrante, quella Florense, invita a riflettere sul bisogno, indispensabile oggigiorno in tempi di globalizzazione, di migrazioni su scala mondiale di intere popolazioni ed Etnie, di risolvere il senso di vuoto, di solitudine, di diversità, di non appartenenza, che il processo migratorio provoca in un essere umano costretto ad abbandonare la sua terra e la sua cultura; angoscia esistenziale che può portare e porta a comportamenti devianti e comunque non strategici e razionali.

San Giovanni in Fiore: l'urbanistica contemporanea  Fotografia: Gaetano MASCARO, © copyright 2003

Fotografia: Gaetano MASCARO, copyright © 2003

Veduta di San Giovanni in Fiore moderna


Noi di emigrati.it siamo convinti che la ricerca e la valorizzazione delle radici comuni alle diverse Culture può contribuire a rendere meno drammatica l'esperienza migratoria del singolo individuo, come di un gruppo sociale o di una intera popolazione.

Lavoriamo alla ricerca e alla valorizzazione dell'eredità delle radici culturali da San Giovanni in Fiore al mondo, alle radici comuni di ogni uomo, ai valori superiori dell'ospitalità e della fratellanza fra i popoli. emigrati.it è nato a San Giovanni in Fiore perché questa città ha subito in modo più grave di altre i problemi dovuti all'emigrazione di massa della sua popolazione, in onore dei sacrifici dei nostri padri e per costruire un futuro più sicuro ai nostri figli, ai bambini di oggi, a quelli di domani...

Pensando ai bambini, a quante esperienze dovranno vivere per trasformarsi negli uomini del futuro, per acquisire conoscenze, per divenire, per essere, da appassionato di Antropologia Culturale e Umanista mi ripeto che: un essere umano acquisisce conoscenza e cultura attraverso un complesso processo, detto appunto di inculturazione, del quale fanno parte sia l'insegnamento, sia l'imitazione, sia l'inferenza dal comportamento degli altri; la conoscenza e la cultura personale procedono dall'interazione individuale con tale processo sociale oggi in continua trasformazione ed evoluzione come l'individuo stesso; che la conoscenza individuale fa parte di un processo conoscitivo appartenente a tutta l'umanità, ha esistenza e senso solo in quanto relazione espressiva di un individuo rispetto ad un gruppo sociale in una successione e trasmissione storica della Cultura.

Ogni essere umano è quindi unico e ciascuna Cultura è preziosa; tutte le Culture offrono diversi ed originali campi di indagine della realtà. La preziosità delle diversità culturali è, per noi di emigrati.it, un tesoro da custodire accuratamente come fondamento per qualsiasi sviluppo umano.

Più viaggio, cresco, lavoro, divento cosmopolita, più mi attacco tenacemente alle mie origini, fiducioso nell'idea che lo sviluppo dell'Uomo consista nella diversificazione delle culture e nel loro scambio in una convivenza pacifica e non nel loro appiattimento imposto con la fame e con la guerra.
Francesco Saverio ALESSIO

*L'INQUIETA ALLEANZA TRA PSICOPATOLOGIA E ANTROPOLOGIA

(ricordi e riflessioni da un'esperienza sul campo), tratto da I fogli di Oriss, n° 1, 1993.


*THE RESTLESS ALLIANCE BETWEEN PSYCHOPATHOLOGY AND ANTHROPOLOGY

(memories and reflections of an experience on the field) drawn of the "I fogli di Oriss", N 1, on 1993.

Salvatore INGLESE: doctor, psychiatrist and psychotherapist... Since years he studies the psychic illness of the populations of migrants in Italy, France, Switzerland and Canada...

*L'ALLIANCE AGITÉE ENTRE LA PSYCHOPATHOLOGIE ET L'ANTHROPOLOGIE

(mémoires et réflexions d'une expérience sur le champ) tirée des "I fogli di Oriss", n° 1, 1993.

Salvatore INGLESE: médecin, psychiatre et psychothérapeute... Depuis plusieurs années, il étudie le malaise psychique des populations de migrants en Italie, France, Suisse et Canada...

*DE ONBEHAAGLIJKE ALLIANTIE TUSSEN PSYCHOPATHOLOGIE EN ANTROPOLOGIE

(herinneringen en beraden van een ervaring op het terrein) delen uit “I fogli di Oriss” n. 1, 1993.

Salvatore INGLESE: arts, psychiater, psycoterapeute... Sinds verschillende jaren bestudeert hij de geestelijke malaise van de migratie bevolkingen in Italie, Frankrijk, Switserland en Canada...

RADICI

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