e sulla Storia di San Giovanni in Fiore

Minatori calabresi e florensi a Monongah nel 1907

Minatori calabresi e florensi a Monongah nel 1907


San Giovanni in Fiore è un centro urbano nato intorno all'Archicenobio Florens fondato da Gioacchino da Fiore. Un tempo centro mistico e votato allo Spirito, nel cuore della SILA, sorge su di un massiccio montuoso al centro del Mediterraneo: il luogo ideale per sintetizzare e realizzare una cultura appresa alle fonti stesse della civiltà.

-Architettura Mediterranea: Architettura Florense: San Giovanni in Fiore: Rosoni dell'Abside dell'Abbazia Florense  fotografia: Francesco Saverio ALESSIO, copyright © 1981

San Giovanni in Fiore: Rosoni dell'Abside dell'Abbazia Florense

fotografia: Francesco Saverio ALESSIO, copyright © 1981

Gioacchino da Fiore visse a lungo in Medio-Oriente per studiare i Vangeli in Aramaico e quindi attingere alle Scritture originali dei Discepoli.
--Per via dell'enorme influenza di Gioacchino sia presso la Santa Sede, sia presso gli Imperatori Normanni, al territorio badiale, e quindi ai suoi Abati, fu concessa assoluta autonomia giurisdizionale ed ampi privilegi anche in altri luoghi. San Giovanni in Fiore fu per secoli portofranco per ogni tipo di fuorilegge, dai nobili che avevano fallito qualche congiura ai briganti più sanguinari; il popolo di San Giovanni in Fiore era quindi abituato ad accogliere ogni nuovo tipo di persona. Le donne florensi derivano la loro bellezza dall'incrocio, comune peraltro a tutto il Mediterraneo, di molte razze diverse nel corso dei secoli.


I nuovi arrivati, scampati a mille peripezie, trovavano comunque la durezza di una vita sulle montagne, una economia misera fatta di dura sopravvivenza e di freddo. La notte, molto tempo prima dell'alba, si partiva per raggiungere piccoli appezzamenti di terreno conquistati col sudore alla foresta, per coltivare le patate ed il grano, per racimolare la legna per l'inverno. Dure giornate di lavoro per meno di un pezzo di pane per poi tornare a casa prima del tramonto.


Le donne, quelle più fortunate che possedevano un telaio, tessevano meravigliose coperte dai mille colori; probabilmente immigrati di origine greco orientale avevano introdotto le tecniche ed il gusto per la geometria ed il colore fin dal primo secolo di vita della città.

 

Centro del Mediterraneo: San Giovanni in Fiore, Sila, Calabria, Italia  Tessuto tradizionale Florense  Fotografia: Francesco Saverio ALESSIO © copyright 1984

Centro del Mediterraneo: San Giovanni in Fiore, Sila, Calabria, Italia

Tessuto tradizionale Florense

Fotografia: Francesco Saverio ALESSIO copyright © 1984


Con la dura vita da montagna e la tremenda povertà
non si aveva molto tempo per filosofare o per dedicarsi al culto della bellezza. Il culto dell'estetica si tramandò attraverso le linee femminili per la maggior parte della popolazione, grazie all'Arte della Tessitura e per linee maschili, in gruppi più ristretti di persone, grazie all'Arte Orafa soprattutto, e, in misura molto minore, grazie all'Architettura; con una limitata ma dignitosa produzione di oggetti scultorei, in modo originale le "SIGNE", delicati e misteriosi volti femminili che fungevano da chiave di volta, per i portali domestici, di origine Bizantina.


Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del secolo scorso inizia una corrente migratoria dei florensi all'estero che diventerà un fiume in piena dalla metà degli anni sessanta in poi.

Le migliaia di miliardi di lire dei salari di oltre ottomila florensi viene tramutato in cemento armato in poco più di dieci anni. Una follia collettiva si scatena: il Dott. Salvatore INGLESE responsabile allora per molti anni della locale sede del C.I.M. scrisse un saggio dove analizza questo tipo di psicopatologia sociale:


[...] La ricchezza relativa derivante da lavoro salariato prestato dagli emigranti, si ostinava a pietrificarsi in abitazioni deserte ed abusive che hanno provocato un grave squilibrio nella gestione razionale del territorio. L'emigrazione non ha determinato un nuovo sviluppo "in loco", per cui la rete delle strutture produttive, o dei servizi, è rimasta atrofica o comunque rallentata. Ma la pietrificazione del salario rivelava anche la necessità di contrastare, rovesciandola nel suo contrario, l'angoscia della scomparsa conseguente all'esodo obbligato. In questo territorio, più l'emigrazione viene patita come sradicamento, o nomadismo coatto, più si demarcano nuove fondazioni domestiche. Più si è costretti al movimento, più si scava nella roccia e si eleva una scheletrica identità stanziale. [...]*


Un odio totale verso tutto quello che ricorda il passato, e quindi la povertà legata ad esso, insieme al desiderio di mostrare la nuova condizione di ricco scatenano un disastro: centinaia di preziosi portali, comprese le "signe", gradini e davanzali in granito massello distrutti, buttati in cambio di ridicole e brutte lastre di due centimetri di spessore però "moderne", l'edificazione selvaggia di edifici tutti uguali, tutti sbagliati, tutti inutili porta alla costruzione di una città invivibile, chiusa, senza possibilità di respiro.

Ogni segno storico, culturale, geografico, naturale, viene cancellato e distrutto con furia omicida: il dramma appare nel tipo dell'edificio ripetuto ossessivamente: è una casa florense ingrandita!

Architettura Mediterranea: San Giovanni in Fiore: casa tradizionale in via Cona

San Giovanni in Fiore: Casa tradizionale in Via Cona

Fotografia: Francesco Saverio ALESSIO copyright © 1987

La casa tradizionale è costruita sul dislivello naturale della montagna ed è composta da un piano seminterrato (catuoiu), da un piano fuoriterra, e da un soffitto basso (cannizzu), tre ambienti funzionali al tipo di cultura contadina ed ai freddi inverni silani. I collegamenti verticali erano accessibili tramite una botola (catarattu) ed erano molto ripidi e posti su di un lato dell'abitazione. È naturale che usare questo tipo per edifici di dimensioni più ampie e multipiano comporta una serie di inconvenienti; basti per tutti che la scala posta di lato e non centralmente, in un edificio di oltre cento metri quadrati, costringe ad una distribuzione irrazionale degli ambienti funzionali ad una casa moderna. Questo errore fondamentale è stato ripetuto con ostinata convinzione in centinaia di edifici, resta da chiedersi: in tutti questi anni quale ruolo ha ricoperto il locale Ufficio Tecnico, inamovibile quanto latitante quando si dovrebbero produrre progetti e piani di sviluppo.

La città contemporanea, come quella antica, ma in scala sbagliata, si è sviluppata casa dopo casa, edificio dopo edificio, con ottusità ostinata, senza alcun concetto e rispetto nè del sociale, nè del bello, nè della natura del luogo.

Siamo rimasti attoniti ed impotenti davanti a questo sfacelo per tutta la vita.

Ora è tempo di finirla! Bisogna riconoscere i fallimenti e le politiche suicide degli ultimi decenni, rimboccarsi le maniche e riprogrammare le linee di sviluppo del nostro territorio. E' naturale che i progetti di sviluppo debbano essere redatti da persone in grado di farlo, presenti nella nostra città, ma tenuti debitamente distanti dalle possibilità di espressione da una classe politica che non conosce e non vuole conoscere le infinità di possibili finanziamenti Regionali, Statali, ed Europei, e che si affida a Tecnici assolutamente incapaci di pensare in termini progettuali.

In fine ma non ultimo: fin quando gli Assessori all'Urbanistica o i componenti lo Staff dell'Ufficio Tecnico, saranno quelli che abbiamo avuto finora e non Tecnici preparati, onesti e con il coraggio necessario per operare in piena autonomia, questa città sarà destinata ad una qualità della vita ancora peggiore di quella già pessima che ci hanno costretto a vivere generazioni di ignoranti che hanno governato San Giovanni in Fiore...la città di Gioacchino da Fiore.

Questa situazione è drammatica, non solo perché ha consentito la perdita irrimediabile di fiumi di miliardi che con progetti adeguati avrebbero assicurato la salvaguardia, o recupero, ambientale, storico, artistico, necessari per un logico, possibile sviluppo turistico e di qualità della vita, ma soprattutto perché ha obbligato intere generazioni di intellettuali, dai medici agli artisti, all'emigrazione o all'appiattimento professionale.

** Quasi tutti i nostri più brillanti intellettuali vivono in altre Città, in altre Regioni, in altre Nazioni, fornendo la loro preziosa opera dove viene ragionevolmente richiesta ed adeguatamente remunerata.

La domanda è questa: se chi svolge un'attività intellettuale specialistica emigra perché qui non è richiesto, o riconosciuto adeguatamente, chi è rimasto a decidere le sorti della nostra città?

tratto da: PER UN'ANALISI DELL'ESPERIENZA MIGRATORIA FLORENSE; San Giovanni in Fiore, 2003:

Francesco Saverio ALESSIO

 

-** La fuga dei laureati italiani all'estero è un fenomeno di cui spesso si discute senza l'appoggio di dati significativi. Analizzando i flussi di laureati italiani che vanno all'estero il fenomeno appare drammatico e in crescita. Mentre all'inizio degli anni 90 meno dello 1% dei nuovi laureati emigrava all'estero, alla fine degli anni 90 circa il 4% dei nuovi laureati lascia l'italia. [...]la percentuale di laureati che lascia il paese e’ quindi quadruplicata tra il 1990 e il 1999
FONTE: "How Large is the Brain Drain from Italy?" (Becker, Ichino and Peri 2002)

MEZZOGIORNO: FUGA CERVELLI VERSO IL NORD DIVENTA EMORRAGIA

ROMA - Aumentano sempre di piu' i giovani con la laurea in tasca che dalle regioni del Sud partono alla ricerca di un lavoro nel resto d'Italia. Tanto che dalla meta' degli anni '90 si puo' dire che, dopo alcuni anni di rallentamento, la fuga di cervelli e' diventata una vera e propria emorragia. Questa rilevante perdita di capitale umano qualificato, ''grave per il futuro sviluppo dell'area'', e' stata registrata dallo Svimez. [...]
Uno sguardo ai numeri delle varie regioni non lascia spazio a dubbi. In Calabria, per esempio, nel 1994 il tasso di emigrazione (cioe' la percentuale tra il numero di laureati persi rispetto a quelli residenti) era pari all'1,3%: appena cinque anni dopo il valore era esattamente raddoppiato, passando al 2,6%. Il tasso di immigrazione, invece, dopo essere cresciuto dall'1,1% del '94 al 2,4% del '98, l'anno successivo era crollato di nuovo all'1,1%. Con un saldo tra laureati in uscita e quelli in entrata chiaramente sbilanciato verso i primi. [...]
Alla luce di questi risultati, quindi, lo Svimez sottolinea che ''nel Mezzogiorno si sta registrando una vera e propria emorragia di risorse umane qualificate'', un fenomeno che ''dovrebbe essere preso in seria considerazione nell'ambito degli interventi di politica economica rivolti al Mezzogiorno d'Italia''.


--rif.: http://www.ansa.it/main/notizie/fdg/200505291725200926/200505291725200926.html


*L'INQUIETA ALLEANZA TRA PSICOPATOLOGIA E ANTROPOLOGIA

(ricordi e riflessioni da un'esperienza sul campo), tratto da I fogli di Oriss, n° 1, 1993.


*THE RESTLESS ALLIANCE BETWEEN PSYCHOPATHOLOGY AND ANTHROPOLOGY

(memories and reflections of an experience on the field) drawn of the "I fogli di Oriss", N 1, on 1993.

Salvatore INGLESE: doctor, psychiatrist and psychotherapist... Since years he studies the psychic illness of the populations of migrants in Italy, France, Switzerland and Canada...

*L'ALLIANCE AGITÉE ENTRE LA PSYCHOPATHOLOGIE ET L'ANTHROPOLOGIE

(mémoires et réflexions d'une expérience sur le champ) tirée des "I fogli di Oriss", n° 1, 1993.

Salvatore INGLESE: médecin, psychiatre et psychothérapeute... Depuis plusieurs années, il étudie le malaise psychique des populations de migrants en Italie, France, Suisse et Canada...


*:DE ONBEHAAGLIJKE ALLIANTIE TUSSEN PSYCHOPATHOLOGIE EN ANTROPOLOGIE

(herinneringen en beraden van een ervaring op het terrein) delen uit “I fogli di Oriss” n. 1, 1993.

Salvatore INGLESE: arts, psychiater, psycoterapeute... Sinds verschillende jaren bestudeert hij de geestelijke malaise van de migratie bevolkingen in Italie, Frankrijk, Switserland en Canada...

 


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emigrati.it Associazione Internet degli Emigrati Italiani - Chi siamo - sito Internet nato per gli Emigrati Italiani, ideato e realizzato a San Giovanni in Fiore, Calabria, Italia, al centro del Mediterraneo, da Francesco Saverio Alessio www.florense.it, in collaborazione con Pasquale Biafora www.portalesila.it, Alfredo Federico e Michele Lacava www.jaflos.it, International Web Site di arte, cultura mediterranea, intercultura, politica, scienza, antropologia, in riguardo alla emigrazione, immigrazione, migrazioni culturali, popolazioni migranti, servizi per gli emigrati, servizi per gli immigrati, Information Technology, Telecommunications, Web Thelephony, Web Services, prima uscita online:10 ottobre 2003 emigrati.it Italians Emigrants Internet Association
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