Tragedie dell'emigrazione italiana

Recensione dello speciale per Monongah su "La Gente d'Italia "

Direttore Mimmo Porpiglia con scritti di Pietro Mariano Benni

di Emiliano Morrone

Bollettino della Sera: New York 28 dicembre 1907 dedicato al disastro di Monongah

Bollettino della Sera: New York 28 dicembre 1907


Studiamo le pagine dedicate da La gente d'Italia alla vicenda di Monongah e alla città  di Gioacchino da Fiore.

In un articolo di Pietro Mariano Benni, troviamo una notizia interessante: l'ambasciatore d'Italia a Washington, Sergio Vento, ha formato un comitato per i caduti sul lavoro di Monongah. Probabilmente, lo presiederà  il Ministro per gli italiani nel mondo, Mirko Tremaglia. Il pezzo, però, è denso di espedienti correttivi: s'apre tentando di colpire il lettore, col contrasto fra l'austera sacralità  dell'Abbazia Florense e il trillo, ripetuto, del suo cellulare con scheda Tim, proprio dentro le mura. All'interno e nei pressi della chiesa badiale, la linea di questa compagnia è quasi nulla.

Benni scrive delle sue scuse a Gioacchino da Fiore e, per rafforzare l'immagine creata, sospesa fra teologia e tecnologia, spiritualità  e banalità  contemporanea, cita il «Ghibellin fuggiasco», Dante Alighieri, riportandolo così «Lucemi accanto»e, prima: «lo calabrese abate Gioacchino di spirito profetico dotato».

Il passo sul mistico florense, nel dodicesimo canto del Paradiso, è come segue: "(...) e lucemi da lato,/ il calavrese abate Giovacchino,/ di spirito profetico dotato».

A proposito di San Giovanni in Fiore, dichiara Benni: «Ero venuto a conoscere questo luogo e la sua gente ma sotto sotto avevo sperato in un interessamento speciale dell'antico abate per la causa delle vittime di Monongah. Il fatto che la telefonata del direttore mi giungesse, in condizioni quasi impossibili, proprio di fronte al loculo che aveva ospitato fino a qualche anno fa le reliquie di Gioacchino, mi è sembrato, già , concedetemi questa debolezza, un piccolo miracolo».

Il luogo individuato da Benni è molto al di sotto della linea di terra, isolato da robustissime pareti. Si percorre una lunga e stretta scala, per raggiungerlo. Lì, ogni connessione telefonica è utopia; c'è solo il silenzio costante della preghiera.

Questa evidente forzatura, e l'assenza di un minimo richiamo agli studi di Salvatore Inglese, ha indotto il sospetto di una certa costruita documentazione, con argomenti tipicamente retorici.

A pagina 12, Porpiglia scrive di San Giovanni in Fiore: «Dal punto di vista urbanistico la cittadina ha un suo centro storico cui fa da contraltare, senza però creare conflittualità, una zona nuova, nella parte alta del paese, dove sono state costruite case confortevoli ed accoglienti». Mentre, a pagina 9, in grassetto si legge: «Lasciando il centro storico e dirigendosi nella parte nuova della città  si resta perplessi. Le abitazioni nuove non hanno la bellezza di quelle antiche. Sono deserte e senza storia. Anche lungo le strade del centro non si respira l'aria del passato, dell'antico, della tradizione. (...) Sono le amministrazioni locali a venire incontro ai giovani. I più vanno via da San Giovanni in Fiore. A cento anni di distanza il dramma dell'emigrazione continua...».

Queste contraddizioni si commentano da sole. Sembrano gli strani sillogismi di Hegel sulla libertà, contestati da Karl Popper.

Le abitazioni della città  nuova sono confortevoli e accoglienti oppure deserte e senza storia? Sono, forse, confortevoli ma deserte? E perchè? Su ciò, La gente d'Italia non dice.

In che modo le amministrazioni locali vanno incontro ai giovani, se, a distanza di cento anni, il dramma dell'emigrazione continua? Lo chiarisca Mimmo Porpiglia, Direttore di La Gente d'Italia.

Emiliano MORRONE

MONONGAH - risorse web

Padre e figlio, o due fratelli florensi in West Virginia all'inizio del "900" (Archivio IAQUINTA © copyright)


  • Monongah: Film documentario prodotto da FILEF sull'emigrazione del primo novecento verso gli USA e sulla tragedia mineraria di Monongah.
    "Monongah, la Marcinelle americana", ripercorre attraverso la storia della famiglia Basile, partita dall'Abruzzo, lo sradicamento e il difficile travaso nella società  americana, permettendo agli spettatori di riflettere sulle tante croci che ancora oggi aspettano un nome e un volto e sulle quali vi è scritto: "qui giace un eroe".... eroe del sogno americano che molti hanno vissuto nel buio delle miniere e in condizioni di sfruttamento impressionante. Ed è impossibile, vedendo questo film che narra tra l'altro l'epopea del viaggio dei nostri migranti attraverso l'oceano atlantico, non ritornare alle immagini quotidiane delle migliaia di nuovi immigrati morti cento anni più tardi nel nostro mediterraneo alla ricerca del "sogno italiano".

Grandi tragedie dell'emigrazione italiana


Minatori calabresi e florensi a Monongah nel 1907

Minatori calabresi e florensi a Monongah nel 1907

[...] il dramma di Monongah appartiene al passato ma il dramma contemporaneo, del quale il Sindaco Riccardo Succurro e l'Assessore Vincenzo Gentile continuano ad essere fra i principali responsabili a San Giovanni in Fiore, dalla pessima qualità  della vita alla fuga di intellettuali, dalla oscena cementificazione pubblica e privata che continua inarrestabile alla assoluta mancanza di qualsiasi forma di progettazione e programmazione per un eventuale sviluppo territoriale, la barbarie alla quale è ridotta la nostra città sono una Monongah vivente e dolorante e rappresentano per ogni cittadino che abbia conservato un minimo di dignità  una vergogna.

MONONGAH, MARCINELLE, MATTMARK, MORTE: Articolo di Emiliano MORRONE su Il Crotonese

Maledetta Monongah! - di Mario IAQUINTA

Cronache sul disastro di Monongah

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