San Giovanni in Fiore

13 gennaio 2004 Consiglio Comunale

Arte Mediterranea: ARTE FLORENSE: Battaglia  Gerardo CIVENTI © 2003 Copyright

Battaglia

Gerardo CIVENTI - copyright © 2003

San Giovanni in Fiore, 12 gennaio 2004

In programma, martedì pomeriggio, una discussione sugli assetti istituzionali.

Il consiglio comunale si riunisce per approvare i verbali della seduta precedente e per una verifica, di carattere politico, sugli equilibri fra poli e sugli assetti istituzionali.

La solidità della maggioranza è in apparente dubbio per il recente disappunto fra Biagio Marra, assessore alle politiche sociali, e Riccardo Succurro, il sindaco; il quale, negli ultimi mesi, ha avuto più d’un contrasto coi compagni di squadra Barberio e Mascaro, entrambi assessori. La posizione di Succurro è abbastanza scomoda, considerato che, fra i Ds, per vecchi dissapori, ci sono, nei suoi confronti, veleni nascosti e larghe antipatie. La compattezza del partito più votato e acclamato, però, non è affatto in discussione, considerata la capacità di Mario Oliverio di riordinare comportamenti e strategie; specie, adesso, in campagna elettorale, inaugurata dall’onorevole il 9 gennaio scorso, a Cosenza, con una manifestazione di folla, bandiere e parole. Il presidente della Provincia di Cosenza, dopo dieci anni di buona amministrazione riconosciuta al prof. Acri, sarà, inevitabilmente, Oliverio, già deputato, assessore regionale e sindaco.

Ancora una volta, un governatore di San Giovanni in Fiore; ancora una volta, un diessino.

La giunta del capoluogo silano è da dieci anni nelle mani della Quercia, senza cedimenti, scossoni, pericoli, alternativa.

I Ds sono tutto, decidono tutto, s’accordano con tutti, muovono ogni pedina dello scacchiere politico, gestiscono capitali ed economie. Fino ad oggi, la loro azione è stata facilissima e ha giovato ai tesserati, ai simpatizzanti, ai sostenitori, agli organizzatori della Festa dell’Unità, ai reintegrati. Ciascuno ha avuto una fetta di torta, piccola, grande o gigantesca.

Il dominio, nell’area elettorale del cosentino, è schiacciante, indisturbato e garantito. Si traduce in incarichi, posti di lavoro, consulenze, stipendi, conti ed acquisti.

All’interno, come in ogni “società chiusa” che si rispetti, vige l’allineamento sistematico: dalla difesa civica all’adesione a Crotone, lungo un arco di questioni pesanti ed urgenti, abusivismo edilizio, sanità locale, assistenza sociale, decessi per tumori, servizi per il lavoro, Parco nazionale della Sila, Vigili del fuoco, sicurezza pubblica, tutti hanno le stesse vedute.

Anche chi, ieri l’altro, sognava uno sviluppo basato sul coraggio, sul rischio, sull’innovazione.

La ragione è una, quella di partito. E le opinioni si congelano, le prospettive si restringono, fino a scomparire definitivamente. Giovanni Greco, capogruppo di Risveglio florense, sta tentando di proporre una dialettica sulla Provincia di Crotone. Ed è probabile, nel merito, che qualcosa si dica, martedì, in assemblea consiliare.

Si tratta, comunque, di scambi di battute pour parler, visto che la rinuncia ad una seria e accesa disamina, sul punto, è già datata.

Anche la destra, immobile nella sua demagogia, è colpevole.

Solo Greco, con piglio e resistenza, continua a domandare, coinvolgere, rilevare. In politica, come nella scienza, contano i fatti. E che il passaggio con Crotone portasse dei vantaggi è provato e dimostrabile. Lo stesso si può scrivere delle ragioni per le quali, in tempi di referendum consultivo, i Ds condizionarono gli elettori, perfino pattugliando le sedi di voto. Andare con Crotone avrebbe fatto perdere le poltrone, le cariche, le deleghe. Un problema di aritmetica, disciplina molto conosciuta e praticata dalla Quercia. La sua ramificata organizzazione nel cosentino, tuttavia, se ha consentito, e consentirà, la sostituzione delle seggiole ma non dei personaggi, non ha portato la Comunità montana né evitato la chiusura di uffici chiave: Pretura, Enel, Vigili del fuoco. E non è valsa a potenziare l’ospedale civile, ad avere la Polizia o un Centro per l’impiego veramente tale. Cose che sarebbero state, scegliendo Crotone.

In una città disoccupata, d’emigrazione e speculazione sugli aiuti al reddito, il congegno politico, amministrativo e culturale perfezionato dai Democratici quasi non si può modificare più.

Ora, però, il consiglio comunale, oltre a pensare a Crotone, dovrà rispondere del Fondo sollievo, speso, secondo voci insistenti, anche politiche, per pagare delle prestazioni tecniche.

EMILIANO MORRONE

RADICI


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